Siena e l’anno contradaiolo che si chiude il 30 novembre e ricomincia oggi. E’ così dal 1968, ecco perché

Dal 30 novembre 1968, in questo giorno, si chiude l’anno contradaiolo. L’allora rettore del Magistrato, Luigi Socini Guelfi, era convinto che, per dare una calendarizzazione e solennità ancora maggiore all’attività delle diciassette consorelle, l’attività delle Contrade dovesse avere una fine ed un inizio. Si presenta subito la necessità stabilire un rituale per l’inizio del nuovo anno Contradaiolo che si volle far coincidere con la festa di Sant’Ansano, patrono di Siena. Si sarebbe tenuto, così, un corteo che avrebbe preso le mosse da Piazza del Campo per arrivare in Duomo dove i diciassette Correttori avrebbero concelebrato con l’arcivescovo la santa messa (questo, comunque, per ribadire un’autonomia delle Contrade stesse). Durante l’offertorio, poi, si sarebbero donate un’anfora di vino ed una teca di ostie, logicamente non consacrate. Alcuni priori non furono entusiasti dell’idea e ci furono forti discussioni. Achille Neri, priore del Nicchio, pur dicendosi favorevole alla festa di Sant’Ansano ed alla concelebrazione non “vedeva bene la mobilitazione del Popolo delle Contrade e lo sciupìo dei costumi”. Lao Cottini, governatore dell’Oca, sostenne, invece, che in fondo i monturati sarebbero stati solo sei per Contrada e che in caso di pioggia o di maltempo i figuranti avrebbero potuto utilizzare il cortile della Prefettura, proprio per salvaguardare il più possibile i costumi. Al contrario, i più entusiasti, proposero di utilizzare le monture più importanti, quelle di Piazza, per sottolineare l’importanza dell’evento. Mario Celli propose addirittura che venisse unito ai festeggiamenti anche un concerto della Banda cittadina. Il 1° dicembre 1968 si tenne, così, la prima celebrazione dell’apertura dell’anno contradaiolo (recepito anche nel regolamento del Palio dove si precisa che il 30 novembre, ultimo giorno di attività delle Contrade, devono essere conclusi tutti gli atti formali di quell’anno di vita delle Contrade anche a livello di delibere di Giunta).
Si legge, sempre nei verbali del Magistrato delle Contrade, che l’allora arcivescovo Castellano fu pienamente soddisfatto del programma proposto dal Magistrato. Anzi, c’è chi sostiene che sia stato lo stesso Castellano a sollecitare l’unione delle due cerimonie. Sant’Ansano, del resto, come patrono di Siena non ha mai avuto “vita semplice” dovendo “competere” con figure del calibro di Caterina o Bernardino (per non parlare dell’Assunta o della Madonna di Provenzano) quindi unire alla sua celebrazione quelle per l’inizio dell’anno contradaiolo avrebbe reso i senesi più partecipi e dato maggior rilievo a questa festività. Non scordiamo, comunque, che monsignor Castellano amava molto (e capiva a fondo) la nostra città, il Palio e le Contrade. A riprova di ciò scrive lo stesso Ismaele Castellano in una lettera indirizzata alle diciassette Consorelle e datata 1999: “Ho sempre cercato di mettere in evidenza la componente religiosa delle Contrade e del Palio. L’inizio dell’anno contradaiolo, la Messa del fantino, hanno visto la piena e convinta collaborazione e rimangono a testimoniare l’anima cristiana delle Contrade”.

Maura Martellucci