Comincia oggi la nuova rubrica “Siena di mille cose è piena”, che ogni domenica vi farà compagnia con racconti e itinerari da godersi in una breve e interessante lettura, a tratti divertente, altre volte emozionante, alla scoperta di luoghi e personaggi di cui spesso non abbiamo mai sentito parlare. L’intento è quello di offrire ai nostri lettori spunti piacevoli anche per passeggiate domenicali alla scoperta del nostro territorio: Siena con tutta la sua vasta provincia, tanto ampia quanto costellata di preziosissimi luoghi da scoprire e godersi magari in un fine settimana in famiglia o con gli amici. Buona lettura!
San Filippo Benizi. Dichiaro la mia completa ignoranza ma ne ho scoperto l’esistenza solo poche settimane fa. Eppure fu un uomo di punta, diremmo oggi, della sua epoca e dell’Ordine dei Servi di Maria ai quali appartenne. La sua biografia è complessa e molto approfondita per il ruolo che ebbe nel suo Ordine e, soprattutto, per il periodo particolare che stava attraversando la Chiesa Cattolica negli anni della sua ascesa ai vertici dei Servi di Maria.
No, non vi racconto altro di lui. Vi dico solo che nasce a Firenze nel 1233 e che, diventando frate servita, al suo ingresso nell’Ordine nascose a tutti il suo livello di istruzione, gli studi fatti e la sua cultura (era laureato in medicina) e per alcuni anni visse come semplice frate laico. Ma purché non volesse mai comparire, scoperta la portata del suo sapere, gli venne chiesto di accedere al sacerdozio e lui, per la comunità e per obbedienza, accolse la richiesta. Divenuto Padre Generale guida la prima generazione di religiosi verso l’approvazione della Regola.
Ma, in un periodo di forte tensione all’interno della Chiesa dopo la morte di papa Clemente IV, quando nel caos di nomi fatti per il successore venne fatto anche il suo (siamo nel Conclave di Viterbo, 1268 – 1271) come futuro Pontefice, il giovane Filippo per evitare ogni “problema” lascia di nascosto Viterbo e per alcuni mesi si rifugia sul Monte Amiata nel quale vive da eremita in preghiera e silenzio.
La tradizione vuole che in questo periodo, per rendere grazie alla bontà dimostrata nei suoi confronti dagli abitanti del luogo, abbia, toccando per terra il suo bastone, scoperto una fonte di acqua curativa: la “Fonte di San Filippo”.
Filippo trascorse questi mesi in una grotta, in meditazione e silenzio, operando grazie, miracoli e guarigioni (ma questo accadde per tutta la sua vita e, tradizione vuole, anche dopo la morte per chi si recava presso la sua sepoltura), grotta che si trova ancora oggi vicino alla fonte che venne detta “miracolosa” perché leniva molti dolori (oggi sappiamo che è acqua curativa termale e lui era un medico) e la località altra non è che l’attuale Bagni di San Filippo.
Filippo Benizi morì a Todi nel 1285 e fu canonizzato da papa Clemente X nel 1671.
Nei secoli successivi la grotta fu abitata da altri Servi di Maria desiderosi di assaporare il silenzio dell’orazione nell’incanto della natura e per rivivere lo spirito di santità di San Filippo Benizi. Uno di questi fu, ad esempio, il beato Giovanni Benincasa.
Un luogo ancora oggi mistico e suggestivo, carico di fascino e dove si respira spiritualità.
Maura Martellucci
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