Per trovare le migliori performance in tema di digitalizzazione bisogna andare nelle città del Nordest e in quelle con più alta densità abitativa, anche se non mancano le sorprese anche in altre parti d’Italia (come Lecce e Verbania) e nessuna amministrazione riesce ad essere davvero eccellente, cioè a raggiungere il punteggio più alto in tutte le dimensioni prese in esame. Questo il quadro che emerge da L’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni, la ricerca condotta da FPA in esclusiva per Dedagroup Public Services con l’obiettivo di misurare il grado di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana attraverso l’analisi di un campione di 107 comuni capoluogo. Su 107 comuni capoluogo considerati nella ricerca, 24 hanno raggiunto un buon grado di maturità digitale (Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Cremona, Ferrara, Firenze, Genova, Lecce, Mantova, Milano, Modena, Palermo, Pavia, Piacenza, Pisa, Rimini, Roma Capitale, Siena, Trento, Treviso, Verbania Verona, Vicenza).
Viceversa 44 appartengono alla fascia intermedia e 39 invece sono in rilevante ritardo o esclusi dal processo. Si tratta di Agrigento, Andria, Aosta, Ascoli Piceno, Avellino, Barletta, Benevento, Biella, Brindisi, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Enna, Fermo, Foggia, Frosinone, Gorizia, Isernia, Macerata, Messina, Oristano, Pescara, Pistoia, Pordenone, Potenza, Rieti, Rovigo, Salerno, Sassari, Siracusa, Taranto, Teramo, Trapani, Vercelli, Vibo Valentia. Visibile la distanza dei Comuni del Sud e dei Comuni di minore dimensione: buona parte delle 39 città risultate in rilevante ritardo appartengono infatti al Meridione (26 comuni) o sono piccole realtà del Centro e del Nord (altri 11 comuni). Anche se ci sono importanti eccezioni: nella fascia più elevata, importante la presenza (oltre a Lecce) di tre grandi città meridionali come Bari, Cagliari e Palermo e di realtà di piccola dimensione, come la già citata Verbania, Mantova e Siena.