Ci voleva impegno a far saltare i vertici del Siena Jazz mentre era in corso un progetto di risanamento dei debiti per far sì che l’accademia ripartisse guardando al futuro con grandi prospettive, ma in questo Siena è bravissima: la storia insegna, senza andare tanto indietro con gli anni, che a far del male a ciò che di prezioso abbiamo, siamo dei campioni. In maniera inspiegabile attraverso un qualsiasi ragionamento logico, anche stavolta lo scontro politico – francamente di scarso valore, quando mette nel tritacarne questioni di valore a favore di logiche di potere senza alcun senso – ha avuto la meglio sul lavoro messo in campo per riportare il Siena Jazz a poter pensare a un futuro.
I soggetti che hanno dato le dimissioni – va chiarito – sono tecnici e lontani dalla politica, e i conti sono stati analizzati minuziosamente da una delle migliori società del mondo. Ed è proprio da queste basi che la governance uscente del Siena Jazz ha indicato una via che avrebbe portato al sanamento del debito entro un anno. Adesso starà ad i nuovi vertici saperla cogliere. Sperando che questo accada e che non si prefiguri uno scenario già visto. Perché ne andrebbe di un altro grande pezzo della città e di posti di lavoro.
Sia Vito di Cioccio che Mauro Cianti si tolgono i sassolini dalle scarpe a poche ore dalle loro dimissioni dall’Accademia.
E, forti di una semestrale record con l’indebitamento che in sei mesi è sceso di più di 335mila euro, hanno raccontato la loro versione dei fatti su quanto accaduto negli ultimi giorni, con la scelta, maturata insieme al direttore artistico Antonio Artese, di fare un passo indietro irrevocabile.
Di Cioccio ripercorre i mesi vissuti alla presidenza evidenziando la situazione complessa del debito e la necessità di dare un nuovo volto all’organizzazione interna e di ripianare i conti per garantire la trasformazione in Fondazione e il conseguente accesso alle risorse destinate agli enti del terzo settori
Ma l’ostilità – così l’ha definita lui – di docenti, studenti ed anche dei sindacati ha rappresentato un ostacolo insormontabile. “Ho registrato una forte contrarietà. La mia proposta non è stata gradita ed ecco perché ho deciso di dimettermi. Dalla comunità c’è stata una viva opposizione verso quanto avevamo pianificato. C’era il rischio che si compromettesse l’attività dell’Accademia. E io, che ho operato di fatto per beneficenza, non volevo creare problemi”.
Sulla stessa linea anche il direttore amministrativo Mauro Cianti. “Abbiamo provato a fare del nostro meglio e del bene per il Siena Jazz. Evidentemente questo non è piaciuto agli stakeholder. C’era un vero e proprio sistema che si era messo contro di noi. Avevamo contro studenti, docenti, sindacati”
Lo stesso Cianti poi ricorda le condizioni migliori dei rimborsi spese garantiti ai professori e chiarisce: “Non abbiamo mai tagliato nessuna unità di personale. Quello che abbiamo fatto è stato concentrare le forze in un momento difficile per l’Accademia e fare la cosa migliore per i corsi, per il triennio e per il biennio. Ripeto: non abbiamo tagliato nessuna unità dei dieci dipendenti”.
Ma quale Siena Jazz lasciano Cianti e Di Cioccio? “Stavamo operando per ridurre i debiti. Eravamo riusciti a rimborsare alcuni mutui alle banche e a saldare alcuni conti pregressi con i fornitori”, evidenzia l’ex-direttore amministrativo”.
Infine i due hanno ringraziato il cda per aver provato a tenere le due figure a capo del Siena Jazz nonostante le dimissioni.
Il cda (la seconda parte, rinviata da ieri, ndr) si è concluso proprio pochi minuti fa e ha diramato una breve nota: “Il Consiglio di Amministrazione di Siena Jazz ha preso atto della conferma delle dimissioni del Presidente Di Cioccio, del Direttore Artistico Artese e del Direttore Amministrativo Cianti.
Secondo le norme statutarie la presidenza passa ora a Lorenzo Rosso che con il Consiglio avrà il previsto compito di convocare l’Assemblea Generale dei Soci dell’Associazione per la nomina ed il reintegro dei componenti mancanti ed esercitare le funzioni amministrative dell’Accademia”.
Katiuscia Vaselli
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