Siena, l’Università per Stranieri si ferma per la fine del Ramadan, Montanari: “La politica sia consapevole della nostra libertà”

È fiducioso che le società a cultura islamica avanzeranno nei diritti, parla di una fluidità di identità diverse, di una reciproca accettazione e della necessità di aprirsi e non chiudersi Tomaso Montanari nel giorno in cui il suo ateneo sospende la didattica per la fine del Ramadan. E per il mondo della politica, che ha reagito a questa decisione, la risposta del rettore dell’Università per Stranieri è ferma: “Sono liberi di criticare come libero è il mio ateneo. Devono essere consapevoli della nostra totale autonomia”. Montanari è intervenuto nell’ambito di un convegno internazionale, ospitato dalla sua istituzione, che è dedicato a famiglie e affetti queer. “La nostra Università si sente proprio così – ha commentato – : siamo inclassificabili, strani oltre che per Stranieri e fuori controllo”. Quindi la lode all’altro rettore Roberto Di Pietra per la gestione di quanto accaduto ieri, durante il senato accademico dell’Università di Siena, quando i manifestanti filopalestinesi sono entrati nell’assise poco prima che fosse discussa la mozione che chiedeva la fine dei rapporti con gli atenei israeliani. “Ha tutta la mia ammirazione per una gestione del senato accademico che è quella che condividiamo – così Montanari-: la parola va data a tutti e l’Università decide con la sua linea. Che è una linea importante perché non accede a bandi dove è coinvolto il  settore militare ma non boicotta altri atenei. Siamo luoghi diversi da governi e eserciti”.

MC