Fu un uomo di profonda cultura, un umanista e storico, ma Niccolò Borghesi fu sopratutto delle più importanti personalità del 15esimo secolo nella Repubblica di Siena. Si occupò di politica in gran parte della sua vita, fu gonfaloniere del Terzo di S. Martino, priore della Balia, cancelliere della Repubblica ed uno dei personaggi di spicco della fazione dei Noveschi, che ebbe il controllo della città a più riprese tra la fine del’400 e l’inizio del’500. Sua figlia Aurelia sposò il signore di Siena Pandolfo Petrucci. Con suo genero però ci furono sempre grandi contrasti per ottenere la supremazia all’interno della città. In molti pensano che fu proprio Petrucci il mandante dell’agguato che causò la morte di Borghesi il 15 luglio 1500.
Un evento tragico che a Siena è stato ricordato nel passato dalla presenza di una piccola pietra ai Quattro Cantoni, vicino a quella che fu l’abitazione del Borghesi. La pietrina venne tolta anni fa ma una nuova copia sarà però rimessa tra qualche giorno grazie ad un progetto del comune di Siena fatto in collaborazione con la contrada dell’Aquila, il cui vicario Gabriele Fattorini ha lavorato in prima linea per questa iniziativa. “E’un importante recupero di una memoria che c’era nella città e che era andata perduta – ci spiega -. Adesso torna disponibile a tutti senesi e chi passerà da lì saprà cosa è successo, saprà di questo tragico fatto di sangue”.
Il prossimo 6 settembre alle 18.30 a palazzo Patrizi in via di Città, 75 ci sarà una conferenza con gli interventi del priore della Contrada Francesco Squillace, l’assessore Francesca Appolloni, lo stesso professor Gabriele Fattorini e il professor Giovanni Mazzini, che parleranno dell’epoca in cui visse Niccolò Borghesi, personaggio centrale degli ultimi anni del’400. Dopo, grazie alle mani dell’artigiano Emilio Frati, avverrà il ripristino della pietra che ricorderà a tutti l’evento del luglio del 1500. “Proprio da Emilio Frati è nata questa idea. Lui si è ricordato come era questa pietrina una volta, prima che fosse tolta. Essendo un abilissimo artigiano ne possiede ancora una copia e voleva riposizionarla – continua Fattorini – . Ha contattato la nostra contrada e noi, ben felicemente abbiamo accolto la nostra proposta. Da ragazzo mi ricordo di aver letto un articolo di Giulio Pepi dove si auspicava il ritorno di questa piccolo ‘simbolo’ al suo posto. Noi abbiamo parlato con l’assessore Appolloni ed il Comune ci ha seguito nella nostra iniziativa. La pietra tornerà lì , è una piccola cosa ma molto significativa”.
Marco Crimi