Sopravvivere ai traumi di guerra: il disturbo da stress post-traumatico e il senso di colpa

All’ombra dei conflitti armati, si celano storie di sofferenza indicibili che spesso sfuggono all’attenzione del pubblico.

I sopravvissuti ai traumi di guerra spesso affrontano battaglie interiori che durano una vita intera. Le ferite psicologiche derivanti da esperienze traumatiche possono generare un impatto devastante sulla loro psiche, culminando in disturbi psicologici gravi, tra cui il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Inoltre, molti di loro devono affrontare il peso doloroso del senso di colpa, legato a ciò che hanno dovuto sperimentare o alle scelte che hanno dovuto compiere per sopravvivere.

Il PTSD rappresenta una forma di disturbo psicologico che si manifesta in seguito a un’esperienza traumatica, come conflitti armati, aggressioni, disastri naturali o esperienze di violenza. I sopravvissuti possono essere tormentati da flashback vividi, incubi ricorrenti, ipervigilanza costante, evitamento persistente di luoghi o situazioni correlate al trauma e cambiamenti significativi nell’umore e nel comportamento. Questi sintomi possono persistere nel tempo, causando notevoli difficoltà nell’adattamento alla vita quotidiana.

Nei contesti di guerra, il PTSD può essere causato da un’ampia gamma di eventi traumatici, come essere esposti a combattimenti violenti, assistere a atrocità, subire torture fisiche e psicologiche o perdere cari in circostanze orribili. La natura prolungata e ripetitiva dei conflitti armati può rendere i sopravvissuti particolarmente suscettibili a questo disturbo, lasciando cicatrici profonde sulla loro psiche e sul loro benessere complessivo.

A lungo termine, il PTSD può influenzare in modo significativo la salute complessiva dei sopravvissuti. La loro capacità di gestire lo stress quotidiano e di mantenere relazioni significative può essere compromessa, creando un senso pervasivo di isolamento e alienazione. Alcuni possono affrontare difficoltà nel mantenere un impiego stabile o in svolgere normali attività quotidiane. L’impatto del PTSD può anche manifestarsi in gravi problemi fisici, come disturbi del sonno, problemi cardiaci e disturbi digestivi, complicando ulteriormente il processo di guarigione.

Accanto al PTSD, i sopravvissuti ai traumi di guerra possono affrontare un intenso senso di colpa. Questo senso può originarsi da molteplici fonti, inclusa la sopravvivenza stessa in situazioni in cui altri sono caduti, o dalle decisioni difficili prese in contesti estremi in cui la vita o la morte pendevano su un filo sottile. Molti possono sentirsi intrappolati in un vortice di auto-condanna, rimuginando costantemente su cosa avrebbero potuto fare diversamente e su come avrebbero potuto evitare o mitigare il danno subito.

Il senso di colpa può aggravare ulteriormente il peso del PTSD, amplificando i sentimenti di impotenza, vergogna e auto-svalutazione. I sopravvissuti possono ritrovarsi intrappolati in un ciclo distruttivo di autolesionismo emotivo, che compromette la loro capacità di accettare la propria esperienza e di avanzare verso la guarigione.

In un mondo in cui i traumi di guerra lasciano cicatrici profonde e durature, la ricerca di soluzioni e terapie efficaci diventa essenziale per promuovere il recupero e la guarigione. In questo contesto, la Terapia Breve Strategica, messa a punto da Giorgio Nardone, si è dimostrata essere un approccio molto efficace per affrontare il PTSD e il senso di colpa. Questo modello di terapia si concentra sulla soluzione dei problemi attuali anziché sulla ricerca delle cause del disturbo, utilizzando strategie specifiche e orientate all’obiettivo per promuovere cambiamenti rapidi e duraturi.

Affrontare i traumi di guerra, il PTSD e il senso di colpa dei sopravvissuti è un compito che richiede comprensione, compassione e competenze tecniche, comunicative e relazionali. Ogni sopravvissuto ai traumi di guerra merita la possibilità di guarire, di liberarsi dal peso del passato e di costruire un futuro migliore. La guarigione è possibile, e il sostegno della comunità, insieme a terapie mirate, può svolgere un ruolo cruciale nel consentire a questi individui di recuperare la propria vita e di trovare la speranza in mezzo all’oscurità.

Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta e Ricercatore del Centro di Terapia Strategica
www.jacopogrisolaghi.com
IG @dr.jacopo.grisolaghi