Suicidio assistito, in provincia di Siena il primo caso dopo la legge regionale

È di un cittadino di Pescara, ma residente da anni a Chiusi, il primo caso di suicidio medicalmente assistito in Toscana, dopo che a febbraio era stata approvata la legge su tempi e modalità del fine vita, successivamente impugnata dall’Esecutivo.

Daniele Pieroni, scrittore sessantenne, “ha potuto scegliere con lucidità e serenità di porre fine alla propria vita grazie alla sentenza 242 del 2019 della Consulta e alla legge toscana”, a comunicarlo l’associazione Luca Coscioni.

L’uomo, viene spiegato, era affetto dal 2008 dal morbo di Parkinson e, per “una grave disfagia, era costretto a vivere con la Peg in funzione per 21 ore al giorno”.

“È il primo caso di morte volontaria assistita avvenuto nella Regione da quando la legge è entrata in vigore, a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l’impugnazione da parte del Governo”, continua l’associazione.

Pieroni nell’agosto 2023, tramite un amico, si spiega ancora “aveva contattato il numero bianco dell’associazione Luca Coscioni per ricevere informazioni su come accedere alla morte volontaria assistita. Marco Cappato gli aveva fornito tutte le indicazioni necessarie incluse le informazioni anche sulle disposizioni anticipate di trattamento, sul percorso di sedazione palliativa profonda e sul distacco dei trattamenti in corso. Daniele ha scelto il percorso previsto dalla sentenza Cappato e ha inviato la richiesta formale all’Asl Sud Est il 31 agosto – continua la nota-. Dopo aver ricevuto, lo scorso 22 aprile, l’esito positivo delle verifiche previste dalla sentenza della Corte costituzionale nota come ‘Cappato-Dj Fabo’, Daniele, meno di un mese dopo, ha confermato la volontà di procedere a casa. Il tutto si è svolto nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge toscana e delle condizioni stabilite dalla Consulta. A casa sua è stato preparato il farmaco letale, che Daniele si è autosomministrato”.

Erano presenti, “su base volontaria, due dottoresse e un medico legale dell’Asl, che hanno agito con grande umanità e professionalità, come confermato da chi era presente. Accanto a Daniele c’erano anche Felicetta Maltese – si legge ancora-, coordinatrice della cellula toscana dell’associazione Luca Coscioni, il suo fiduciario Leonardo Pinzi, le sue badanti e i familiari. Alle 16,47 Daniele ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16.50 ha smesso di respirare, serenamente”.