I Comuni italiani dell’Anci sono pronti a garantire la ripresa della vita amministrativa delle zone colpite dal terremoto. Ma il macigno della burocrazia italiana che si rivela sempre il grande problema del nostro Paese
I Comuni italiani sono pronti a garantire la ripresa della vita amministrativa delle zone colpite dal terremoto. Ma il macigno della burocrazia italiana che si rivela sempre il grande problema del nostro Paese, porta i sindaci delegati Anci alla Protezione civile – Bruno Valentini sindaco di Siena e Paolo Masetti (sub delegato) di Montelupo Fiorentino – a lanciare un forte appello per snellire i procedimenti e permettere il lavoro concreto di tecnici, personale amministrativo, professionisti.
“Siamo pronti con le strutture dei Comuni italiani a garantire la ripresa della vita amministrativa dei Comuni del Centro Italia colpiti dalla nuova, forte scossa di sabato, che purtroppo sono numerosissimi. È però necessario un cambio urgente delle regole di ingaggio”. Lo affermano i sindaci di Siena, Bruno Valentini, e Montelupo Fiorentino, Paolo Masetti, rispettivamente delegato e sub delegato Anci alla Protezione civile.
“Anci e Comuni sono stati in prima fila con tecnici, personale amministrativo e di polizia locale sin dalla scossa del 24 agosto. Stavolta però servirà uno sforzo ancora più massiccio. Perché l’aiuto sia rapido ed efficace – sottolineano Valentini e Masetti – puntiamo a mobilitare Comuni con caratteristiche analoghe a quelli colpiti, che sono per la gran parte piccoli e piccolissimi, dove il personale è naturalmente più duttile e con competenze multisettoriali. Chiediamo al Governo un provvedimento urgente che ci consenta di sostituire temporaneamente il personale comunale mobilitato nelle zone del terremoto con personale a tempo determinato, cosa finora pressoché impossibile per il blocco degli organici. I sindaci per questo non reclamano risorse aggiuntive, ma appunto un cambio delle regole di ingaggio, per dare una mano concreta ai territori colpiti dal sisma. Grazie anche ad un migliore e più intenso accordo con gli ordini professionali, anche essi impegnati sul campo per le verifiche tecniche e la messa in sicurezza degli edifici, si potrà garantire allo Stato un netto risparmio, e alle comunità una ripresa più rapida della vita amministrativa, che è la leva strategica per dare un futuro alle comunità ”.