Sono state almeno tre, forti e a distanza di pochi minuti. Il terremoto. Il boato che torna a farsi sentire dal ventre della terra che ora è coperta di neve. Il gelo e la paura. Epicentro nei pressi de L’Aquila ma a Cascia ovviamente, data la poca distanza, si è sentito benissimo.
La terra continua a tremare e prende la paura a quanti hanno vissuto l’orrore dei mesi scorsi come a quelli, volontari che arrivano da tutta Italia e dalle Contrade, da Siena e che cucinano nel campo allestito ai piedi di Cascia.
Una magnitudo tra 5.1 e 5.5 scala Richter, la parvenza di tranquillità determinata dal fatto di trovarsi dentro le tende. Ma quell’urlo della terra, nemmeno la coltre di neve che ha reso Cascia e dintorni un paesaggio da presepe, è riuscita ad attutirlo.
Ieri il cambio della guardia nel campo presidiato dalla Misericordia dove, da novembre, si alternano insieme ai volontari delle Misericordie di tutta Italia, i gruppi delle Contrade che vanno a cucinare come già avevano fatto per L’Aquila nel 2009.
La Contrada della Civetta (nella foto, sotto) aveva lasciato il posto al gruppo della Tartuca mentre Cascia cominciava a imbiancarsi e il freddo a mordere. Questa mattina il risveglio nel paesaggio bianco e silenzioso, la magìa che solo la neve sa regalare in certi luoghi incastonati nella roccia, proprio come è la cittadina di Santa Rita.
“Siena è un esempio unico in Italia. Siete stati i soli a garantire un aiuto così grande in questi mesi”. E’ la frase con la quale gli abitanti di Cascia salutano i senesi ogni volta. La stessa frase con la quale avevano salutato anche gli abitanti delle zone abruzzesi colpite dal terremoto nel 2009. Una frase che riempie il cuore e che ripaga della fatica, del sacrificio, anche della paura provata questa mattina.
Tutto sembrava tranquillo fino a metà mattinata, quando sono cominciate le scosse che in un’ora hanno fatto tremare di nuovo tutto il centro Italia.
“Nella cucina dove stavamo già preparando il pranzo – raccontano i contradaioli della Tartuca – ha cominciato a tremare tutto, forte, sono cadute in terra le pentole e molti altri oggetti che si trovano nel tendone della mensa e della cucina. Per fortuna, nulla di grave per le persone. Siamo comunque dentro le tende”.
Pochi minuti per uscire, la paura che prende il sopravvento ma poi si torna a lavorare.
Al campo arrivano intanto gli uomini della protezione civile e i sindaci dei paesi vicini che avvertono che al campo stanno tornando le centinaia di persone che negli ultimi giorni erano riusciti a tornare nelle proprie case. Ricomincia tutto daccapo. La paura, le case che crollano, le persone che tornano a dormire nelle tende. I pasti da preparare raddoppiano e in pochi minuti si rivoluziona la cucina per riuscire a dar da mangiare a tutti.
Oltre settecento pasti da preparare, i volontari della Misericordia devono partire con il cibo caldo da portare anche a chi abita nelle vicinanze ed è rimasto in casa ma ha bisogno di aiuto.
Tutto riprende, il tempo scandito dalla neve e dal terremoto e in mezzo la vita. Che non molla mai. Come la forza che anche Siena sa trasmettere in questi momenti.
Katiuscia Vaselli