Tornano i voucher per settore agricolo e lavori stagionali. Ma la situazione si complica

I voucher sono tornati, dopo essere stati al centro di molte discussioni pubbliche e politiche in questi ultimi mesi; richiesti a gran voce da tanti e da alcuni invece deprecati come strumenti di poco conto e di dubbia utilità. Amato o odiato alla fine questo strumento di pagamento è adesso nuovamente disponibile per imprese e lavoratori, è stato fortemente voluto anche se il risultato finale è diverso probabilmente da quello che molti si aspettavano. Le attese – e speranze – nella reintroduzione di uno strumento agile, e semplice, da utilizzare per “regolarizzare” e retribuire alcune mansioni che, per loro natura, trovavano nei voucher un ottimo strumento di pagamento, sia per le aziende che per i lavoratori, sembrano essere state disattese, almeno per ora.
“Ci troviamo a fare i conti con un risultato finale che purtroppo è differente da ciò che ci si attendeva – ha fatto sapere Coldiretti Siena – e questo complica la vita alle imprese e non aiuta l’occupazione e il contrasto alle forme irregolari di lavoro.” Gli strumenti per la retribuzione del lavoro occasionale – voucher – soppressi nel mese di marzo 2017, e adesso denominati semplicemente “prestazioni occasionali”, sono comunque ufficialmente tornati. E sono uno strumento che le aziende e i lavoratori torneranno ad utilizzare, questa volta però con maggiori disagi di prima.


“Tra gli ostacoli che abbiamo individuato – afferma sempre Coldiretti Siena – ci sono: l’impossibilità di comunicare i tre giorni di lavoro consecutivi ammessi dalla legge (fa caricare un solo giorno alla volta) e non è possibile aumentare la durata della prestazione. Inoltre essendo fissate limitazioni ben precise di utilizzo relative ai singoli prestatori, la piattaforma non prevede controlli automatici per impedire alle imprese di inquadrare in maniera irregolare questi soggetti, potendosi ‘fidare’ esclusivamente delle dichiarazioni dei lavoratori. È chiaro che in caso di errore le sanzioni scattano ugualmente. Sono inoltre state riscontrate anomalie – prosegue Coldiretti Siena – nel conteggio delle ore di durata e valore della prestazione con blocco della procedura, mentre nella registrazione del prestatore è obbligatorio indicare sia il numero di cellulare che la posta elettronica. È facile comprendere come per i pensionati, che vengono in larga parte retribuiti con questo metodo, non sia così diffuso il possesso di una casella di posta elettronica.”
Il panorama risulta essere alquanto complicato, ma Coldiretti è costantemente impegnata nel confronto con l’Inps per facilitare le imprese nell’assolvimento di obblighi di Legge in concomitanza con fasi lavorative impegnative e fondamentali per le imprese senesi quali la vendemmia e la raccolta delle olive.
A tal proposito Gli uffici di Coldiretti Siena sono a disposizione delle imprese interessate per ulteriori informazioni e per l’effettuazione delle comunicazioni telematiche previste dalla Legge.