Su tutto il territorio provinciale, nelle ultime settimane stanno arrivando ai proprietari di immobili e terreni richieste di pagamento da parte del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud di Grosseto e si tratta di cifre che gravano ulteriormente su cittadini e imprese. La prima voce che si è levata contro la nuova tassa è quella dell’avvocato senese Riccardo Pagni (nella foto).
Avvocato Riccardo Pagni, lei si è schierato apertamente contro il tributo di bonifica per il quale sta arrivando il bollettino da pagare nelle case dei senesi…
“Si mi sono schierato apertamente contro questa nuova tassa, non per una ragione mia personale, ma in quanto il metodo di applicazione della stessa risulta essere contrario a quanto più volte affermato in proposito dalla Corte di Cassazione e soprattutto a quanto affermato dalla Corte a Sezioni Unite con la sentenza 8960 dell’anno 1996,che è tuttora pienamente valida.
Cosa dice la sentenza della Cassazione?
“Questa sentenza ha giudicato illegittima l’applicazione del tributo di bonifica fatta in maniera generale e generica, così come avviene nel caso di specie, ritenendo che debbano essere soggette a tributo solo quelle proprietà che ne traggono un vantaggio economico diretto e specifico. Per cui non è una levata di scudi campata in aria ma la richiesta di corretta applicazione della norma, senza che si tartassino ulteriormente i cittadini”.
Il Consorzio di Bonifica aveva avvertito nei mesi scorsi il pubblico che sarebbero arrivati i pagamenti da fare a tutti, dal momento che rispetto al passato e in base alle linee guida dettate dalla legge regionale 79/2012, i criteri individuati per ripartire il tributo di bonifica e le modalità di organizzazione del settore della bonifica e della difesa del suolo, sono cambiati. Cosa ne pensa?
“Il fatto di avvertire tutti che dovranno pagare ed il fatto di indicare i criteri di ripartizione, non serve certo a legittimare una imposta illegittima, che così come viene applicata, in mancanza del presupposto essenziale riguardante la causale di tributo, diviene una mini patrimoniale regionale. Il responsabile del consorzio si giustifica dicendo che vengono e verranno fatti lavori che prima non erano stati fatti ma si scorda di dire che la Regione, che ha legiferato su questa imposta ingiusta già aveva il dovere di fare le manutenzioni mancanti sino ad adesso e che ,comunque,percepisce e ha percepito da sempre le addizionali regionali per la manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio. In sostanza è stata inventata una nuova tassa, indiscriminata, per ovviare a vecchie mancanze strutturali.
Sul Consorzio sarebbe bello anche che venissero pubblicati i bilanci analitici, con stipendi, costi interni ed esterni, numero dei dipendenti, quanto fatto e quanto si prevede che sia raccolto con i tributi, per dare almeno un minimo di trasparenza alla richiesta, anche se questo non basta a salvare l’illegittimità della tassazione, che tale rimane.
L’avvocato Pagni farà riferimento a quella sentenza della Cassazione e muoverà una vera e propria class action contro la novità imposta dal Consorzio di Bonifica?
“Devo dire che il mio scopo non è, sul momento, quello di fare una class action ma di rendere palese a tutti l’ingiustizia di questo tributo. Quando avrò ricevuto la cartella farò io il mio ricorso alla Commissione Tributaria, che potrà essere di indirizzo, anche se in realtà La Commissione di Siena si è già più volte pronunciata in proposito in modo conforme alla Cassazione e cioè nel senso da me indicato. Nel caso di cui si tratta si colpiscono infatti i cittadini per piccole cifre che non giustificano l’onere di dover ricorrere ad un avvocato e poi all’autorità giudiziaria e per questo la tassa è ancora più ingiusta e preordinata.
Sulla class action vedremo, quindi, quali saranno gli sviluppi, anche se mi meraviglia non poco che ad oggi non si sia sentita la voce delle associazioni dei consumatori e delle categorie economiche. Fatto che può far pensare che a Siena, nonostante tutte le batoste che abbiamo preso, sia rimasto tutto uguale”.
Katiuscia Vaselli
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