Abbattuto il muro dei 48 milioni di presenze in Toscana nel 2018, +3,8% rispetto al 2017. L’Ufficio regionale di statistica ha elaborato i primi dati complessivi sul turismo in Toscana per l’anno 2018, dati che confermano un nuovo record di presenze con un incremento, rispetto al 2017, di oltre 1,7 milioni di pernottamenti in più. La tendenza generale ad una contrazione della durata media del viaggio viene confermata anche nel 2018 seppur in rallentamento rispetto agli anni precedenti (da 3,4 giorni nel 2017 a 3,3 nel 2018).
Commenta soddisfatto l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo: “i numeri evidenziano una Toscana ancora e sempre più attrattiva. Diversificando l’offerta e lavorando su segmenti specifici cercheremo di intercettare ulteriormente i gusti dei viaggiatori. La nuova suddivisione dei dati in base ai nuovi Ambiti territoriali turistici permette di individuare con più puntualità le performance delle varie zone comprese quelle con criticità e quindi studiare i correttivi per provare a invertire la tendenza. Siamo alle porte di una serie di ponti tra aprile e maggio e l’inizio del 2019 quindi ci fa ben sperare”.
Nel dettaglio, sono gli ambiti delle città d’arte come Siena (+6,8%) e quelli collinari interni (che definiamo campagna +6,5%) a registrare i maggiori incrementi. Molto bene Pisa e Arezzo, con un +25% e +18%, ma continua la crescita a ritmi molto alti di Firenze (+4,6%) e Lucca (+4,7%). Da segnalare che Prato (+3,3%) e Pistoia (+4,7). Negli ambiti legati alla campagna, grandi performance per Terre di Valdelsa e dell’Etruria Volterrana (+11,7%), per Val d’Orcia (+11,1%) e per Valdarno Aretino (+16,4%). Vicini alla doppia cifra sia Valdichiana aretina che senese (+8,7% e +8.6% rispettivamente), più contenuti i risultati di Chianti, Valtiberina ed Empolese/Valdelsa. Valdinievole registra un incremento inferiore alla media (+3,1%) ma decisamente interessante perchè consolida la ripresa degli ultimi anni. Sostanzialmente stabili gli ambiti della costa (+0,02%) con ris ultati positivi per Livorno (+6,5%) e Maremma Sud (+3,0%); stabili Versilia, Maremma Nord e Costa degli Etruschi. In leggero calo Isola d’Elba (-1,3%) e, soprattutto, la Riviera Apuana (-4,1%) che continua il suo trend negativo.
Gli ambiti della montagna registrano l’unico dato negativo della regione (-1,3%). Gli unici ambiti in segno positivo sono Amiata, Lunigiana e la Montagna Pistoiese. Contrazioni significative per Mugello e Garfagnana; stabile Casentino. “L’impegno della Regione sul turismo in montagna, di fronte a una concorrenza agguerritissima in questo settore in espansione a livello mondiale – aggiunge Ciuoffo -, tenderà a dispiegarsi per la destagionalizzazione dei flussi per far vivere le località non solo di turismo ‘bianco’ ma sfruttando tutto ciò che si può avere a disposizione tutti i mesi dell’anno con la creazione di offerte ad hoc”.
Estremamente interessante l’analisi per trimestre: forte incremento del primo trimestre (gennaio/marzo +11,2%) ma in parte ‘drogato’ da una Pasqua molto precoce. Molto bene la primavera (aprile/giugno +4,1%); una crescita importante considerando la mancata presenza del weekend pasquale. Crescita decisamente sotto la media (+1,8%) per la stagione estiva (luglio/settembre) che sconta il dato della costa sostanzialmente stabile. Estremamente interessante la crescita (+5,5%) dell’ultimo trimestre (ottobre/dicembre). “In generale – dice ancora Ciuoffo – ci sono segnali di destagionalizzazione interessanti e da seguire con attenzione”.
Infine alcuni dati sulla provenienza: aumentano maggiormente gli stranieri (+4,1%) rispetto agli italiani (+3,4%) ma il divario fra questi si è molto ridotto rispetto agli anni precedenti. Gli italiani diminuiscono sulla costa e in montagna, ma crescono molto negli ambiti della campagna (+5,6%) e sopratutto nelle città d’arte (+10,2%). Gli stranieri diminuiscono leggermente solo negli ambiti montani, sono in leggera crescita sulla costa ma registrano risultati molto interessanti negli ambiti della campagna (+7,0%) e consolidano la crescita nelle città d’arte (+5,1%).
“Adesso – conclude Ciuoffo – la strutturazione delle politiche del settore possiamo portarlo avanti grazie alla certificazione dei dati censuari: alcuni picchi sopra il 20% in alcune zone infatti sono il segno di sacche di inadempienza diffusa nel comunicare le presenze. Adesso invece, con la re-introduzione nella legge regionale dell’obbligo della comunicazione dei dati a comuni e regione, e con una sanzione prevista in caso di inadempienza, potremo avere finalmente cifre più verificate per meglio programmare le scelte politiche”.