Lasciatemi coltivare per l’ultima volta (fra quattro giorni si vota) la mia personale perversione di divertirmi come un matto con la politica senese.
E di ridere in maniera perfino sgangherata di fronte ad una campagna elettorale che era iniziata al grido di “tutti contro Bruno Valentini” per cacciare finalmente fuori da palazzo il Partito Democratico reo di tutti i peccati, e si conclude invece con “tutti contro Luigi De Mossi”, evidentemente colpevole di aver disturbato il conducente.
Perfino il politico più fine di tutti – Alberto Monaci – dopo aver candidato il prode Pinciani proprio contro la riconferma di Valentini, adesso fa sapere di parlare sì con De Mossi, ma anche con Pierluigi Piccini, che pure sostiene Valentini, tanto da averci fatto anche l’apparentamento formale. Il dialogo con i due candidati è una mossa legittima e anche sensata, sia chiaro, ma ai miei occhi assolutamente esilarante.
L’accoppiata Valentini-Piccini appare in effetti una corazzata invincibile, capace di fare il pieno di voti – con le buone (il programma condiviso) o le cattive (minacce, ricatti, veleni) – fra tutti coloro che ebbero privilegi piccoli e grandi nei decenni trionfanti di un Sistema Siena, che evidentemente vuole ancora un futuro davanti a sé. Credo che il vantaggio su De Mossi sia davvero grande, se non schiacciante.
Ma, attenzione… c’è un elemento da non sottovalutare. Comincio a pensare che De Mossi sia – in politica – un uomo fortunato. Per essere riuscito a sopravvivere a se stesso, fino ad arrivare al ballottaggio, dopo la campagna elettorale più sbagliata che io abbia mai visto. Prima nel dichiararsi civico, ma di fatto schiacciandosi sul centrodestra; poi con l’annuncio del grande progetto della tramvia, subito accantonato e fatto sparire dai suoi sostenitori; poi facendosi fotografare con le “donne forti” della destra (Mussolini e Meloni) in una città allergica a tutto ciò che sa di fascismo, antico o moderno. E sopravvissuto anche al tentativo della Lega di lanciare un altro candidato sindaco – l’inconsapevole Alberto Guasconi – che aveva il solo compito di sgambettarlo e buttarlo fuori pista. Ed infine super-fortunato nel trovarsi ad essere l’uomo che – vincendo questo ballottaggio tutto da ridere – potrebbe far fuori in un colpo solo Valentini, Piccini, il Pd e tutto il groviglio aggrovigliato. Una prospettiva così golosa, che potrebbe mettere voglia di andare alle urne anche a chi non sa chi sia De Mossi e perché si trovi lì.
Credo che sarebbe rimasto simpatico a Napoleone Bonaparte, che ai bravi strateghi, preferiva sempre i generali fortunati in battaglia.
Roberto Guiggiani