Non credevo che la Germania dei grandi marchi – BMW, Mercedes, Audi, Volkswagen, Porsche- e, se vogliamo, della tradizione del trasporto a quattro ruote tradizionale fatto di diesel più che di benzina fosse la prima nazione a sancire il divieto contro il motore a gasolio.
Ed in effetti la notizia ha del paradossale: un’economia fondata molto sul metalmeccanico ed il trasporto, una delle più organizzate nel settore auto motive, forse la maggiore nella produzione di motori che, in un certo senso, legifera contro se stessa e bandisce uno dei “cult” del proprio sviluppo e cioè del motore diesel.
Da far dolere la testa se, dopo una valutazione molto epidermica e di pancia, non avessi guardato oltre: lo sviluppo cioè di quel qualcosa che dovrà sostituire la nafta e cioè il motore elettrico con tutte le sue componenti e i suoi derivati, implicazioni energetiche comprese.
E allora si scopre che i metalli da batterie, litio e cobalto, sono cresciuti nel loro prezzo del 60-70% in pochi mesi e che, guarda caso, BMW, Audi e Mercedes si sono accaparrati (a prezzi pre-aumento) le riserve di queste materie prime per i prossimi 10 anni: i più informati ci dicono addirittura che ne deterrebbero, per accordi già siglati, la quasi gestione monopolistica tramite fondi e società di estrazione e trasformazione.
Al di là di Abermarle (maggiore estrattore modiale) ci sono altre due società collegate al litio e cioè la Sociedad Quimica y minera de Chile e quella chimica americana FMC corporation. Sono queste ultime due, appunto, gli obiettivi delle case automobilistiche tedesche che già stanno-indirettamente- detenendo quote di minoranza in queste compagnie.
Situazione ancor più intigante per il cobalto i cui prezzi sono impazziti letteralmente sotto la spinta di acquisti allo scoperto fatti da due fondi che hanno scommesso (insieme ai Tedeschi e con i loro capitali, secondo i maligni) su questa materia prima. E se il primo dei due fondi , il cinese Shangai Chaos, sembra lontano sia per mentalità che per geografia alla Germania, dubbi (certezze?) vengono sul private equity svizzero Pala Investments.
In tutto questo scacchiere in movimento l’Italia, bella e sola, sta a guardare.
Ma noi abbiamo l’emergenza neve e non possiamo stare dietro a queste cose….
Viva il tricolore
Luigi Borri
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