Una provincia per le donne ma non per l’inflazione: Siena scivola giù nella classifica nazionale della qualità della vita

Siena resta la provincia con la migliore qualità della vita in Toscana, ma il 2025 porta con sé un enorme segnale d’allarme: nella classifica nazionale del Sole 24 Ore scivola al 21esimo posto, perdendo quota rispetto al 2024, quando eravamo quindicesimi. Una frenata che pesa e che fotografa un territorio meno brillante, stoppato da un combinato disposto di inflazione, costi della vita e fragilità strutturali che negli ultimi dodici mesi si sono acuite.

Il passo indietro nasce soprattutto da tre fattori: inflazione più alta della media italiana, un mercato immobiliare sempre più caro – Siena è tra le province dove servono più mensilità per comprare casa – e una crescita delle criticità economiche, dai fallimenti alle difficoltà nel rinnovare il tessuto produttivo. A ciò si aggiungono indicatori ambientali e infrastrutturali poco dinamici, come la scarsa diffusione degli impianti fotovoltaici e una raccolta differenziata che fatica a tenere il passo nazionale.

Eppure, accanto alle ombre, restano fiori all’occhiello che nessun’altra provincia toscana riesce a eguagliare. Siena conquista infatti la prima posizione assoluta in Italia per la qualità della vita delle donne e la seconda per quella dei bambini. Si conferma tra le migliori per qualità dell’aria, per un rischio alluvione molto contenuto e dotazione di servizi, oltre a mantenere una vitalità culturale superiore alla media tra musei, librerie, offerta di spettacoli e investimenti pubblici nel settore.

Il ritratto che emerge dai 90 indicatori analizzati dal Sole 24 Ore – distribuiti in sei aree: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero – è quello di una provincia che offre punte di eccellenza ma mostra anche disequilibri marcati. Tra i punti di forza figurano un tasso di occupazione molto alto (77,2%), un’aspettativa di vita più lunga della media nazionale, la bassa mortalità evitabile, una buona propensione all’export e un elevato livello di partecipazione civica.

Sul fronte opposto, i talloni d’Achille spiegano la perdita di posizioni: oltre all’inflazione ai massimi e ai costi della casa fuori scala, pesano la densità di fotovoltaico tra le più basse d’Italia, il rischio frana significativo, la litigiosità civile, la crescita delle frodi informatiche e una struttura demografica sempre più sbilanciata verso gli anziani.

La metodologia dell’indagine, che attribuisce da 0 a mille punti per ciascuno dei 90 parametri e costruisce la classifica finale tramite la media aritmetica delle sei macroaree, conferma dunque una tendenza chiara.

MC