L’analisi approfondita di Roberto Barzanti sulla classifica pubblicata dal Sole24Ore nella quale l’università di Siena risulta nella top ten delle italiane
Basta che si cambino i parametri e cambia il mondo. Nella classifica annuale del “Sole 24Ore” sulle Università italiane l’Ateneo senese si mantiene nella top ten, attestandosi all’ottavo posto: primo Rank della Toscana.
Pisa è in 26.a posizione, Firenze a quota 20. Ma note dolenti vengono dal quadro dei finanziamenti erogati dal Ffo (Fondo finanziamento ordinario) per il 2016. In testa Alma Mater Studiorum bolognese con una quota premiale di 100 milioni.
Siena in questa graduatoria basata su 4 parametri (qualità della ricerca, politiche di reclutamento dei docenti, qualità didattica in relazione alla mobilità internazionale, qualità in relazione alla regolarità degli studi) registra la peggiore performance perché va sotto del 39% nella quota premiale rispetto all’erogazione precedente.
C’è chi ha fatto peggio, come Roma Tor Vergata e Milano Bicocca, ma non è una consolazione. Rispetto allo scorso anno, detto in breve, l’Università perde 700mila euro. Ciò è dovuto in parte alla grossa ma inevitabile flessione nel reclutamento dei docenti: solo nel 2015-16 si è ricominciato ad assumere, reclutando 130 figure. Sette milioni, poi, se ne sono andati in fumo – è stato spiegato – perché sono cambiate le regole nella valutazione. I dati sull’internazionalizzazione sono buoni. Insomma il punto cruciale da chiarire è che la penalizzazione è avvenuta perché non abbiamo assunto, ma è stato proprio il Ministero ha impedire di assumere.
Quanto alla classifica ad ampio spettro del quotidiano, fondata per il 50% su valutazioni inerenti la didattica e per il 50% su valutazioni relative alla ricerca, Siena è al sesto posto con una singolare insistenza: è sesta nella didattica come nell’attrattività. È sesta anche nella produzione scientifica, terza addirittura per la qualità dei dottorati. Nel voto di apprezzamento degli studenti conquista una bella seconda posizione. L’altra Università, quella per stranieri, è anch’essa sesta quanto a mobilità internazionale, mentre per la ricerca si situa nella casella 22. Preoccupazioni serie provengono dai dati sugli occupati ad un anno dal conseguimento del titolo: l’Università senese è a quota 29.
Non miglior Rank ottengono le altre Toscane: Firenze è 25.a e Pisa 26.a . Pressappoco allo stesso livello. E non è confortante. Comunque chi volesse trarre da questo tipo di indagini conclusioni troppo drastiche e semplificatrici farebbe un grosso errore. I numeri hanno un peso specifico e chiedono ragionamenti che vanno al di là della matematica. Non hanno ragione quanti si fregano le mani di soddisfazione per la non positiva performance nei finanziamenti ricevuti. E non devono dormire sugli allori neppure coloro che si compiacciono – non a torto – per l’ottavo posto sancito dalla classifica generale compilata dal “Sole”: scende soltanto d’uno scalino l’Ateneo che ha attraversato una crisi davvero grave. In mezzo a tante lamentazioni è un risultato prezioso e incoraggiante. Frutto di un lavoro duro, tenace e abile. Da proseguire.
Roberto Barzanti