La sua discesa in campo era vociferata da tempo. Ed oggi Francesco Dotta, docente della facoltà di medicina dell’Università, ha annunciato la sua candidatura come Rettore dell’Università di Siena in una lettera mandata agli studenti e alla comunità accademica.
Dotta sfiderà Sonia Carmignani e Roberto Di Pietra in una corsa a tre per la poltrona attualmente occupata da Francesco Frati. Nella lettera saltano poi all’occhio queste parole: “il sistema dipartimentale va consolidato e sostenuto”, anche con “una modifica statutaria che preveda la presenza di tutti i direttori di dipartimento quali membri del senato accademico, garantendo in ogni caso l’equilibrio tra le varie aree scientifiche. L’istituzione, di una cabina di regia inter-dipartimentale, di un collegio dei direttori di dipartimento, come organo consultivo per il Rettore e per gli altri organi dell’Ateneo, potrebbe rappresentare un importante punto di raccordo tra le politiche dipartimentali ed inter-dipartimentali”.
Il docente chiede inoltre “una significativa manutenzione” di statuto e regolamenti ed una “semplificazione” dei processi amministrativi e “una crescente flessibilità nei processi, un deciso sforzo verso la digitalizzazione”. Altro punto dell’agenda dell’endocrinologo è il capitale umano che “va valorizzato”, favorendone “l’avanzamento professionale, la qualificazione ed il ricambio generazionale”. Evidenziando l’incremento delle risorse del fondo di finanziamento ordinario destinate a piani straordinari per professori, per il reclutamento di Rtdb e a favore del personale tecnico-amministrativo Dotta evidenzia come l’ateneo debba “essere all’altezza di ottenere ed utilizzare al meglio tali risorse”
Sulla terza missione e sulla ricerca “i laboratori necessitano di maggiori spazi, vanno aggiornati nell’organizzazione e nella dotazione e, soprattutto, vanno resi disponibili a tutta la comunità accademica. A tale riguardo risulta fondamentale rafforzare le sinergie già in atto con altre istituzioni pubbliche e private che operano nel nostro territorio, a cominciare dalla Fondazione Toscana Life Sciences”, conclude Dotta. “Un aspetto specifico dovrà riguardare la valorizzazione della ricerca biomedica e delle scienze della vita, svolta anche in collaborazione con l’Aou Senese”.