Università per Stranieri, Montanari: “Lanceremo un corso di alfabetizzazione. I cittadini devono saper leggere e scrivere”

Che non sia un momento roseo per la cultura e per l’università, è piuttosto chiaro ascoltando le parole del professor Tomaso Montanari, rettore dell’università per stranieri di Siena. Chiaro almeno quanto il pensiero del neo vicepresidente degli Stati Uniti Vance, che ha definito l’università “un nemico”. Sarà per questo, anche, che stamani l’aula Virginia Woolf dell’università per Stranieri di Siena ha visto una grande risposta di partecipazione da parte di alcuni dei maggiori atenei italiani. Tanti e pronti a formare un fronte comune contro la deriva della “nebbia mentale”. Mai come in questo momento storico quella dedica dell’aula magna dell’università per stranieri a Virginia Woolf appare azzeccata. Rifacendosi alle sue parole: “E poi, cosa si dovrà insegnare nell’università nuova? Certo non l’arte di dominare sugli altri, non l’arte di governare, di uccidere, di accumulare terra e capitali ma l’arte dei rapporti umani, l’arte di comprendere la vita e la mente degli altri. Il modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra non è di ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e inventare nuovi metodi”. 

Gli atenei devono essere luoghi di pensiero critico: è il messaggio centrale del rettore Tomaso Montanari durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università per Stranieri di Siena. Per promuovere questa missione, sarà lanciato un corso di alfabetizzazione aperto e gratuito per tutta la cittadinanza.

“Vorrei comunicarlo in modo semplice – spiega alla stampa – : abbiamo bisogno di imparare a leggere e scrivere. I rapporti del Censis e dell’Istat mostrano che in Italia l’analfabetismo funzionale raggiunge livelli impensabili, superiori persino alla media dell’Unione Europea. Se l’università non assume il compito di promuovere l’alfabetizzazione, anche quella di base, mancheranno gli strumenti perché il popolo, che nella nostra Costituzione è il sovrano, possa autogovernarsi – continua-. L’università non deve scegliere chi deve governare, naturalmente, ma deve rendere il popolo capace di decidere consapevolmente. Invece, le politiche scolastiche e universitarie recenti, incluse riforme che indirizzano la scuola verso un riflesso narcisistico di un’asserita identità italiana, non vanno nella direzione giusta”.

Montanari ha ribadito il ruolo civile e inclusivo della sua Istituzione, richiamando l’attenzione sui rischi di perdita dell’autonomia accademica. “Non è un momento qualunque per le Università occidentali, né per la democrazia,” ha detto, citando poi la dichiarazione del vicepresidente Usa JD Vance, che ha definito gli atenei “un nemico”.

 

Nel suo intervento, il rettore ha annunciato un nuovo corso queer e l’intitolazione dell’auditorium di via dei Pispini all’antropologo Alessandro Falassi. Ed ha ribadito la necessità di una mensa vicina alla sede di piazzale Rosselli. Francesca Valenti, rappresentante dell’Osservatorio sulla precarietà della Stranieri, ha invece fatto il punto sulla condizione lavorativa del personale. Bene la stabilizzazione di amministrativi e collaboratori linguistici, ma restano criticità per i ricercatori, penalizzati da finanziamenti insufficienti.

La lezione inaugurale è stata affidata alla giornalista Paola Caridi, che ha acceso i riflettori sulla crisi della Striscia di Gaza. Il suo intervento, intitolato “I mille sicomori di Rafah”, ha offerto una riflessione sulla storia della Palestina.

“Sono anche i sicomori di Masdal, di Ashkelon e di tutta quella fascia che un tempo era Gaza e poi è andata oltre i confini stabiliti nel 1948, un attimo fa, in termini storici – le sue parole-. I sicomori sono alberi pubblici, piazze naturali, lontani dalle logiche del capitalismo che ci governa da secoli. Sono alberi-rifugio: simboli di protezione, come quello sotto cui si rifugiò la Sacra Famiglia, sia al suo arrivo al Cairo, sia lungo il ritorno verso Gerusalemme e Nazareth, passando proprio da Gaza”.

Katiuscia Vaselli

Marco Crimi