“Sono venuto a conoscenza di una circostanza ampiamente denunciata che risale, a quanto pare, a qualche mese fa. Ma che impone comunque all’ateneo di avviare un percorso di formazione e informazione. Fatti del genere non possono essere presenti in ambito universitario”.
Il rettore Roberto Di Pietra fa maggiore chiarezza sulla missiva inviata ieri alla comunità studentesca (link) in cui dava conto di un caso di violenza sessuale che sarebbe avvenuto in una residenza universitaria. L’episodio sarebbe già oggetto di un processo, con un rinvio a giudizio che ci sarebbe stato prima dell’estate. Ma nelle venticinque righe inviate ieri Di Pietra ha ritenuto opportuno comunque prendere una posizione sul tema della violenza di genere.
“Abbiamo il dovere di precisare – spiega a margine di un incontro – come ci si comporta nel mondo. Io sono venuto di recente a conoscenza di un caso che risale a mesi fa e che è stato ampiamente denunciato ma questo mi impone lo stesso di avviare un percorso di informarsi o formazione – ribadisce – dentro all’ateneo, anche collaborando con soggetti come il centro antiviolenza”.
Per il rettore è necessario “accendere un faro su fatti” che “costituiscono una barbarie” e per cui “serve opporre il senso dell’educazione”.
Il motivo per il cui Di Pietra si è espresso ieri non è legato a sviluppi della vicenda: Di Pietra lo ripete più volte: “Sono venuto a conoscenza di recente di tutto e allora devo sottolineare questo aspetto. Va fatto perché è anche il ruolo educativo degli atenei”. Saranno presi provvedimenti a seguito della denuncia? “Casomai lo faremo a valle del percorso. Vedremo al termine di quanto accade a livello giudiziario”, la sua risposta.
MC