Il desiderio di tornare in vacanza è un sentimento comune che affiora spesso quando ci si trova alle prese con il rientro alla vita quotidiana, un fenomeno noto come sindrome da rientro o, più comunemente, ansia o stress post-vacanza. Nonostante non sia formalmente catalogata come entità diagnostica, questa condizione psicologica può avere un impatto significativo sulla salute mentale di molte persone. La sindrome da rientro si manifesta quando, dopo un periodo di distensione durante le vacanze, ci si trova improvvisamente catapultati nella frenesia della routine quotidiana. È un fenomeno che, secondo diversi studi, coinvolge un vasto numero di individui. Tuttavia, è importante sottolineare che, nella maggior parte dei casi, si tratta di un disagio temporaneo che tende a svanire nel breve termine. I sintomi che emergono possono variare notevolmente da persona a persona, ma alcuni comuni denominatori includono cambiamenti d’umore con una flessione verso il basso, disturbi del sonno, percezione negativa dell’ambiente circostante e una generale sensazione di stanchezza. Se questi sintomi persistono, o se si ha anche solo il sospetto di un disagio psicologico di ordine superiore, è fondamentale consultare un esperto per affrontare la questione in modo appropriato. Le radici della sindrome da rientro sono spesso connesse al ritorno alle responsabilità lavorative o di studio e agli obblighi della vita quotidiana. Alcuni punti chiave che possono scatenare questa condizione possono includere il ritorno agli orari, agli impegni e agli obblighi quotidiani, le aspettative deluse durante il periodo stesso di vacanza oppure al contrario mancanza di quell’atmosfera rilassata. A questi si può aggiungere il senso di colpa per gli eccessi alimentari avuti durate le feste e l’insoddisfazione di base sperimentata da chi si trova a dover tornare in un ambiente lavorativo non gratificante. La buona notizia è che esistono strategie pratiche per combattere queste difficoltà da rientro e facilitare il passaggio dalla vacanza alla routine quotidiana. Questi suggerimenti mirano a rendere il rientro meno traumatico e a favorire una transizione più dolce. In primis, organizzare il rientro uno o due giorni prima di riprendere il lavoro può ridurre lo shock del passaggio dalla vacanza alla routine. Questo permette un periodo di riadattamento più graduale, aiutando a riprendere familiarità con la sveglia, la pausa pranzo e l’idea di ritornare in ufficio. La ripresa dell’attività fisica che non è solo benefica per la salute fisica, ma può anche svolgere un ruolo chiave nel migliorare l’umore, potrà inoltre dare un importante contributo positivo, andando a stimolare la produzione di sostanze legate al benessere, come le endorfine e la serotonina. Al contempo, dedicare più tempo a sé stessi, sia attraverso la lettura di un libro, un bagno rilassante o ritagliarsi semplicemente momenti di silenzio, darà modo di ripartire senza particolari traumi. Infine, ma non certo per importanza, sarebbe importante cercare di fissare obiettivi, sui quali lavorare nei prossimi mesi. Mi raccomando però, non inventate questi obiettivi oggi, sennò si tratterebbe dei famosi buoni propositi che quasi sempre disattendiamo, ma ricercateli tra le cose per voi importanti nella vita. Traete spunto dai vostri valori. Alcuni potranno essere realizzabili nel breve periodo, altri più a lungo termine. Individuateli e investite su di essi. In ogni caso, cercate di essere gentili con voi stessi e con chi vi sta vicino. La gentilezza è una potentissima arma relazionale. La gentilezza è indispensabile per la nostra vita in comunità: è innanzitutto un atto cortese che fa bene a chi lo riceve e all’intera società, ma è anche una dote contagiosa. La gentilezza scatena l’emulazione con i neuroni specchio, che sono alla base dell’empatia ed è proprio di empatia che il mondo avrebbe bisogno.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta e Ricercatore del Centro di Terapia Strategica
IG @dr.jacopo.grisolaghi