E’ noto che in questi giorni la famosa trasmissione Voyager sia stata a Siena per alcune riprese e per una puntata che andrà in onda prossimamente, su Raidue.
Siena News è riuscita a scoprire il motivo dell’interesse mostrato dal giornalista e conduttore Roberto Giacobbo e dalla sua trasmissione, amata in tutta Italia, a caccia di misteri e ne svela un’anteprima ai lettori. Perché la notizia merita.
Si deve fare un passo indietro, a tre giorni fa, perché in realtà la troupe di Voyager si trova in città – praticamente in incognito – da questa data e sta realizzando interessanti servizi su una scoperta che per i senesi potrebbe essere sensazionale.
Sono stati infatti rinvenuti, in maniera del tutto casuale come spesso accade, nelle cripte del basamento della Torre del Mangia, dei resti umani. Il Comune ha avvertito immediatamente gli archeologi dell’Università ma anche i carabinieri e, a quanto pare, la notizia che doveva essere tenuta segreta è arrivata fino alle orecchie di Giacobbo. E, dopo qualche giorno, anche alle nostre.
Sembrano esserci pochi dubbi sulle ossa che giacciono ancora intatte nella cripta, mantenute tra l’altro in ottimo stato: gli archeologi avrebbero già confermato – il condizionale è ancora d’obbligo, tra qualche ora arriverà la certezza – l’antichità delle ossa. I resti umani sarebbero già stati classificati come risalenti al XIV secolo. Ma c’è di più: le ossa, dopo una prima ripulitura, hanno mostrato lo scheletro appartenente a individuo di sesso maschile che forse, lì sotto, è morto dal freddo e in condizioni precarie. Ciò che è apparso agli archeologi è infatti lo scheletro quasi in posizione ‘fetale’. Ma la scoperta più sensazionale starebbe un po’ più su: nella cripta scavata nel tufo, una nicchia reca un’iscrizione che gli archeologi hanno reso evidente con una prima ripulitura: ‘mangia’.
Si è ovviamente pensato subito che quelli fossero i resti mortali del mitico Giovanni di Duccio detto ‘il Mangia’, che ha dato poi il nome alla Torre:
Il 12 ottobre 1325 i “Sanesi comincioro una torre sul canto della via che si chiama Malcucinato…e fecesi in Siena gran festa e vennero i canonici e il chiericato del duomo…e l’operaio del duomo misse in fondo di detta tore alquante monete per memoria di detta tore…e fuvi messo nel fondo una pietra con lettare greche, ebraiche e latine, perché non fusse percossa da tuono né da tempesta”. Narra così Agnolo di Tura la posa della prima pietra per la costruzione della svettante torre comunale, terminata tra il 1348 e il 1349. Intanto nel 1347 una pesante campana vi fu sistemata in cima per battere le ore, e il primo campanaro che assolse l’importante funzione, come testimoniato dai Libri di Biccherna di quegli anni, fu un tal Giovanni di Duccio detto popolarmente Mangiaguadagni, o semplicemente il Mangia, per il suo vizio di sperperare velocemente tutto ciò che guadagnava. Quando nel 1359 la torre fu dotata anche dell’orologio, la battitura manuale delle ore fu sostituita da quella meccanica, con un automa, inizialmente in legno, che reggendo un martello si muoveva e percuoteva la campana. Il popolare “Mangia” non scandiva più il tempo dei senesi, ma all’automa fu conferito il suo nome, che poi si estese anche alla torre.
Così, al momento nel ventre della Torre del Mangia si trovano restauratori ed archeologi e presto lo scheletro potrebbe avere un nome: potrebbe essere quel Giovanni di Duccio che tutti i senesi conoscono da storie e leggende.
D’impatto, sono davvero pochi i dubbi, tuttavia gli studiosi – che hanno notato un’ulteriore iscrizione sotto a quella che già si vede nelle foto (forse la data di morte?) – si è messa al lavoro per ripulire anche questa parte sottostante, si tratta di rimuovere una sottile placca e già nelle prossime ore potrebbe arrivare la conferma.
Giacobbo, nel frattempo, ha iniziato a girare il servizio (uno scatto siamo riusciti a rubarlo) e si è appassionato all’argomento, tanto che la puntata di Voyager dedicata a Siena potrebbe diventare uno speciale approfondimento.
Noi rimaniamo in attesa della conferma ufficiale ma i dubbi sembrano non esserci sul fatto che ‘Il Mangia’ sia proprio questo scheletro ritrovato nella cripta.
Katiuscia Vaselli
si ringrazia, per la parte di ricostruzione storica, Maura Martellucci.