Non avrei mai pensato di scrivere qualcosa del genere, semplicemente perché non avrei mai pensato che questa nostra città sarebbe arrivata a vivere una situazione simile. E hai voglia a dire che non è il Bronx. Se non verranno prese misure serie, lo sarà. E questo non è accettabile. Non voglio nemmeno metterla sul piano romantico dell’appartenenza e della civiltà, sarebbe qualcosa di superfluo. Sappiamo benissimo cosa sia Siena, anche nel 2020. Posso dire con certezza, chi può smentirmi lo faccia con i fatti e non con le solite, sterili chiacchiere, che ancora una volta le Contrade hanno dimostrato il loro valore. Dal periodo del lockdown in poi.
Lo avevamo già ampiamente detto che questo anno aveva tirato fuori l’essenza e la forza delle comunità dei 17 rioni ma tutta questa situazione non fa che confermarlo e anche la riunione che si è svolta il 16 agosto in Comune – presenti con il sindaco i 17 priori, il prefetto e il questore – ha evidenziato la volontà, forte, di lavorare insieme per risolvere quello che è diventato un vero e proprio allarme sociale.
Quindi, le Contrade si sono rese disponibili come sempre e al presidio e alla tutela del territorio – Piazza del Mercato, giardini della Torre, Prato di Sant’Agostino, Orti del Tolomei tanto per citare i luoghi maggiormente coinvolti – poi c’è la forte disponibilità dell’amministrazione comunale a cercare una soluzione e infine le forze dell’ordine che hanno un ruolo di primaria importanza.
Tutto ciò premesso, ci sono delle riflessioni da fare che si riassumono – tanto per utilizzare un gergo da ragazzi – in “sconti zero” per ragazzini minorenni o maggiorenni che siano e anche per le famiglie.
Perché se è vero che i figli sono una questione di fortuna, è anche vero che le probabilità che sviluppino aggressività, arroganza, tendenza ad essere violenti verso gli altri e verso le cose con atti vandalici, provocazioni e mancanza di rispetto, sono più alte dove non esistono insegnamenti e rispetto. Come sempre accade, l’ambiente in cui si cresce incide in modo pressoché totale su chi saremo da adulti. Per carità, non è matematico ma sicuramente molto facile. E allora la domanda da porsi è un’altra: dove sono le famiglie? Perché è da lì che si deve ripartire per una educazione nuova, per un’attenzione particolare, per verificare se questi ragazzi non siano così abituati alla violenza e al menefreghismo a casa, da non curare minimamente quello che può succedere fuori.
La risposta deve essere univoca e deve coinvolgere tutte le realtà di una civiltà che per mille uno motivi è un esempio per il resto del mondo: sconti zero. Ogni volta che uno di questi ragazzi viene riconosciuto, i genitori dovranno per forza venire a riprenderselo (se non si presentano, si vanno a cercare e se le famiglie non ci sono, dovranno essere ancora diverse le misure da parte del tribunale dei minori) e ogni volta dovranno esserci sanzioni economiche importanti che saranno riutilizzate per coprire i danni fatti e i ragazzi dovranno essere inseriti nel circuito dei lavori socialmente utili. Le famiglie potranno così iniziare, forse, a porre più attenzione a quello che fanno i loro figli. Perché forse questo è l’unico linguaggio che riusciranno a comprendere. E vale per tutti, perché in queste gang ci sono ragazzi di fuori città ma anche senesi figli di ‘senesoni’.
E questi ragazzi, forse, potranno iniziare a capire e a ripartire. Scuola e lavori socialmente utili. E in questo il Comune, insieme alle Contrade, potrà davvero fare molto con interventi forti, mirati. E’ finito il tempo dei tavoli di confronto, servono i fatti.
Katiuscia Vaselli
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