Molti studi in ambito psicologico hanno indagato il rapporto tra genitori e figli adolescenti, evidenziandone gli aspetti patogeni che possono emergere quando “qualcosa non va”. Dall’altro canto però, il rapporto tra un genitore e un figlio non può solo essere causa di aspetti problematici e non si esaurisce con il raggiungimento dell’età adulta da parte del figlio. Alla luce dell’allungamento dell’aspettativa di vita osservato nelle società occidentali, sempre più frequentemente, le scienze psicologiche hanno posto attenzione all’evoluzione del rapporto tra genitori e figli in una prospettiva longitudinale. A tal proposito, un crescente numero di ricerche sta indagando il benessere, inteso in chiave bio-psico-sociale, che può essere promosso dalla relazione che intercorre tra un genitore in età senile e i propri figli adulti. Un recente studio condotto da ricercatori della Purdue University (USA) ha mostrato lo stretto legame tra la salute del genitore da 60 anni in su e quella del figlio adulto. Dalla ricerca è emerso che uomini e donne (di 30-40 anni) con un lavoro stabile, una famiglia e dei figli, hanno più probabilità di avere, a loro volta, genitori (di 60-70 anni) che vivono serenamente la propria senescenza. Viceversa, sono stati osservati più alti livelli di stress e un maggior numero di problematiche sia psicologiche che mediche in genitori tra i 60 e gli 80 anni, che hanno a loro volta figli con relazioni instabili, un vissuto di divorzio, precarietà economica e dipendenza da sostanze psicoattive.
Questa sintonia è frutto di un istinto che tiene uniti genitori e figli con un legame indissolubile, che perdura anche quando ormai i primi sono anziani e avrebbero loro stessi bisogno di cure e attenzioni. E’ luogo comune dire che “solo quando i figli crescono si rendono conto di quanto sia difficile essere un buon genitore”. In realtà, questo luogo comune ha una sua spiegazione psicologica che più essere rintracciata nel processo d’identificazione che un figlio matura in rapporto alle proprie figure genitoriali. Non esistono corsi di formazione che insegnino come allevare un bambino e il buon senso scarseggia da tempo. Nonostante ciò, seguire la propria natura è fondamentale: l’affetto nei confronti di un figlio, senza cadere nell’iperprotezione che ostacolerebbe lo sviluppo delle sue abilità sociali, va dimostrato e utilizzato per crescerlo. Quando si diventa genitori, lo si resta per tutta la vita e i risultati emersi nella ricerca americana citata non stupiscono: la risoluzione di conflitti (generazionali o di altra natura) tra genitori e figli è indispensabile per il benessere di entrambi. Affrontare il tempo che passa sarà molto più semplice se si ha una serenità d’animo data dall’affetto, dal rispetto e dal supporto reciproco. I risultati dello studio non lasciano dubbi: su 10 genitori che hanno avuto un figlio che a sua volta ha affrontato un qualsiasi tipo di problema nell’anno precedente, 7 sono stati colpiti da problemi di salute più o meno gravi.
Coloro il cui figlio era stato capace di affermarsi in campo lavorativo, sociale o affettivo erano in buona salute; i genitori che avevano anche un solo figlio problematico (mentre i suoi fratelli o sorelle conducevano una vita più serena) presentavano disturbi fisici e psicologici di rilievo e quando i figli ad avere difficoltà sono due, lo stato di salute dei genitori si aggrava in maniera esponenziale. Questo fenomeno può essere spiegato facilmente: i genitori sentono sempre la responsabilità di accudire i propri figli e di aiutarli a risolvere i loro problemi, anche quando sono adulti e in grado di farlo da soli. Questo senso di protezione nei confronti della prole è istintivo e viene guidato dalle leggi della natura sebbene ad un certo punto della vita è necessario che i genitori si mettano da parte e lascino che i figli commettano i loro errori e facciano le loro scelte. Più facile a dirsi che a farsi. Genitori non si nasce e non è sempre facile percorrere una strada giusta nell’educazione dei figli: anche se è naturale che i loro gesti influiscano sulla vita dei genitori, è bene cercare di distaccarsi per non compromettere la propria salute già delicata per l’incalzare inesorabile del tempo. La sintonia e il sostegno sono importanti ma se si ama un figlio è giusto lasciarlo anche sbagliare, proprio al fine di farlo maturare. Un giorno sarà lui ad occuparsi dei suoi genitori ed è necessario che compia un percorso che lo faccia crescere in tutti i sensi. Abbiate fiducia nelle sue capacità. Come suggeriva Kierkegaard, “Noi siamo condannati a essere liberi”, a scegliere e a essere responsabili delle nostre scelte come dei nostri possibili errori. Buon Natale a tutti i genitori e a tutti i figli!
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo e Sessuologo – Dottore di Ricerca in Psicologia