Nonostante l’attenzione che la nostra società moderna ha riguardo ai diritti e alla tutela dell’infanzia, i casi di violenza verso i minori sono frequenti e possono manifestarsi con abusi sessuali, la pedo-pornografia o in modo subdolo come l’utilizzo di immagini di bambini in televisione o negli spot pubblicitari volti ad attirare l’attenzione dell’adulto. Più genericamente, stiamo parlando di maltrattamenti.
Una tra le esaustive definizioni di maltrattamento a cui si può far riferimento è quella proposta dalla Convenzione dei diritti dei minori, nata dal contributo di 43 paesi e di enti come la Croce Rossa, l’OMS, l’UNESCO, e l’UNICEF e approvata dall’Assemblea generale dell’Onu. In essa si fa riferimento al “danno o abuso fisico o mentale, trascuratezza o maltrattamento negligente, al maltrattamento, alle diverse forme di sfruttamento e abuso sessuale intese come induzione e coercizione di un bambino in attività sessuale illegale, lo sfruttamento nella prostituzione o in altre pratiche sessuali illegali, lo sfruttamento in spettacoli e materiali pornografici, torture o ad altre forme di trattamento o punizioni crudeli, inumane e degradanti, allo sfruttamento economico e al coinvolgimento in lavori rischiosi”.
Su questo argomento Loredana Petrone e Mario Troiano hanno scritto un testo molto interessante, dal titolo “E se l’orco fosse lei?”, ponendo l’attenzione su un fenomeno poco indagato sebbene, specialmente negli ultimi anni, oggetto drammaticamente trattato nelle cronache: gli abusi al femminile e la pedofilia femminile. Parlare di donne che abusano sui bambini e delle varie forme di pedofila non è né comune né semplice.
Questa difficoltà, come chiaramente argomentato dai due psicologi e psicoterapeuti autori del testo, deriva, culturalmente, dall’idea di donna che ha costruito, nei secoli, la nostra società, associata, in primis, all’istinto di maternità che esclude, a priori, l’idea dell’abuso su bambini e bambine. Da ciò deriva che, parlando di pedofilia, nell’immaginario collettivo scatta automaticamente la figura dell’uomo. Questa credenza è stata rinforzata per decenni da ricercatori che hanno sempre parlato di pedofilia al maschile. In realtà, la pedofilia, intesa come disturbo clinico, riguarda sia uomini che donne e già circa 2000 anni fa Petronio descriveva nel Satyricon di un gruppo di donne che applaudiva di fronte allo stupro di una bambina di sette anni. Ciò nonostante di donne pedofile se ne parla pochissimo, è un fenomeno meno visibile. La reazione comune, diffusa nella società, è dire: è una madre, non può farlo! Eppure lo fa.
Su 100 abusi sessuali nei confronti dei bambini o adolescenti, 8 sono commessi da donne; gli abusi vengono consumati nell’ambito familiare oppure si ricorre al turismo sessuale. Si è iniziato a parlare di questo fenomeno dopo le ripetute dichiarazioni di pedofili: circa l’80% affermava di essere stato abusato dalla propria madre. La pedofilia femminile, come quella maschile, si cela all’interno delle mura domestiche, tra segreti, sentimenti di amore-odio e rapporti pericolosi.
A seguito del trauma subito, le conseguenze di questi atti possono essere devastanti per la psiche. Se ne può uscire, ma servono mirati percorsi psicoterapeutici. Grazie alle recenti applicazioni del modello di Psicoterapia Breve Strategica, per questi ed altri tipi di traumi, si può rimettere a suo posto questo passato talvolta invadente nel presente, al fine di costruire un diverso futuro. L’aumento della sensibilità collettiva rispetto ai diritti umani e la diffusione di una cultura di protezione e di cura dell’infanzia, testimoniato da sempre più numerosi studi che trattano questo argomento, insieme all’azione di psicologi e servizi sociali che si occupano della tutela dei minori, costituiscono il primo fronte di contrasto del fenomeno degli abusi, primo tra tutti quello sessuale, fermo restando che ancora molto resta da fare riguardo questo doloroso argomento.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo e Dottore di Ricerca in Psicologia Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica