“Dottore, ho un problema. Quando mi trovo in difficoltà, quando ho un problema da dover risolvere o un ostacolo da superare, non riesco a pensare positivo. Più mi sforzo di farlo e più mi butto giù e mi scoraggio, fino al punto di sentirmi triste, incapace e sbagliato. Può aiutarmi?”.
Spesso, svolgendo la mia professione di psicologo e psicoterapeuta, mi vengono poste domande di questo genere, tanto importanti nel loro contenuto, quanto difficili nella loro risoluzione. Personalmente, ritengo che la nostra società tenda a sovrastimare e sopravvalutare il così detto “pensiero positivo”.
Basta entrare in una libreria, accendere la tv o sfogliare un giornale per rendersi conti di quanti siano, tra accreditati esperti o meno, a sostenere e promuovere il pensare positivo. Dal mio punto di vista, non nego il forte pregiudizio e talvolta i prurito che mi generano suddetti profeti che, usando il lessico anglosassone, si definiscono i profeti del “think positive”.
Chi ha detto che dobbiamo sempre e a tutti i costi essere felici? Siamo proprio sicuri che la nostra natura di esseri umani preveda tutto ciò? E’ innegabile che a tutti piacerebbe pensare sempre positivo, me compreso. La nostra epoca è chiaramente incentrata sul dover star bene a tutti i costi, a tal punto che gli stessi processi degenerativi che caratterizzano l’avanzare dell’età vengono talvolta considerati sintomi di malattia, sebbene siano naturali, a differenza dell’eterna giovinezza.
Siamo dunque certi che sradicare le emozioni negative e coltivare soltanto quelle positive e piacevoli sia utile? Pensare e cercare di togliere i pensieri negativi per sostituirli con delle immagini positive, serene e piacevoli è senza ombra di dubbio una bella teoria, in quanto a nessuno piace stare male, ma al contempo mi sembra poco reale: lo sappiamo tutti, la vita non è così semplice.
Partendo da queste dovute premesse, vorrei condividere con il lettore alcuni spunti su questo tema. In primis, bene sottolineare che i pensieri positivi non sono necessariamente migliori di quelli negativi. Perché? Prova a immaginare di andare a cena, bere più del tuo solito fino a ubriacarti e poi pensare che, essendo bravo al volante, non avrai difficoltà a guidare per tornare a casa.
E’ un pensiero positivo o no? Certo che lo è. Ma è un pensiero utile? E’ così auspicabile la presenza di un ubriaco alla guida? Direi proprio di no! Drammaticamente, la maggior parte delle persone giudicate colpevoli di guida in stato di ebbrezza hanno avuto questo genere di pensiero prima di mettersi alla guida.
Al contrario, abbiamo spesso pensieri negativi che ci spronano a fare meglio ciò che stiamo facendo o ci conducono a mettere in atto azioni che altrimenti non avremo fatto. Perché ci facciamo controlli medici in assenza di malattia? Che cosa ci spinge a fare prevenzione? Il pensiero negativo che ci potremo ammalare.
Il vero nocciolo della questione dunque, non è se un pensiero sia positivo o negativo, vero o falso, piacevole o spiacevole, ma se sia utile o non utile.
Utile a cosa? A creare una vita soddisfacente. I pensieri negativi, infatti, non sono il nemico, così come non lo sono le emozioni negative, le emozioni spiacevoli. Nel corso degli anni, per sopravvivere, la nostra mente si è allenata a pensare in continuazione in maniera negativa. E’ normale che abbiamo imparato a fare un sacco di pensieri negativi ogni giorno.
Se tu combatti i tuoi pensieri negativi, stai combattendo una parte di te. Se tu vedi in loro il nemico, ti troverai ben presto a dover combattere contro te stesso.
Al contrario, accettarli e riconoscerli è invece spesso il primo passo da fare. Perche? Perché i pensieri non si possono controllare. Pensare di non pensare è già pensare e più ti sforzi di cancellare i pensieri negativi dalla tua mente e più in realtà finirai per imprimerli con ancora maggiore forza e insistenza.
Sapete invece che cosa è una cosa che possiamo controllare? Le nostre azioni. Su questo dobbiamo riflettere e dobbiamo impegnarci: sul cambiamento delle nostre azioni. Solamente attraverso l’azione, modificando le nostre abitudini, riusciremo a creare una vita significativa e degna di essere vissuta.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo e Dottore di Ricerca in Psicologia
Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica
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