La crescita delle auto usate in Italia

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La perdita di potere d’acquisto degli italiani, conseguente agli alti livelli di inflazione nel nostro Paese, sta avendo grandi ripercussioni sulle disponibilità economiche dei cittadini, che vedono le proprio spese aumentare notevolmente alla luce dei prezzi in salita sia dei beni di prima necessità che di quelli definibili “durevoli”.

In questo contesto, tutti i settori stanno vivendo un periodo di crisi con i consumatori che hanno gradualmente modificato le proprie abitudini di acquisto, riducendo i budget e optando per soluzioni alternative che possano portare a un risparmio di denaro.

Tra questi non possiamo non citare il comparto automotive che, sebbene dopo il terribile periodo pandemico, nell’ultimo anno ha ricominciato a marciare, pur sotto i livelli del 2019, risente ancora della crisi con gli automobilisti che sempre con maggior frequenza decidono di comprare un’auto usata piuttosto che un modello appena uscito dalla fabbrica, proprio in virtù di un prezzo ridotto e un risparmio concreto per le proprie finanze.

Il mercato delle auto usate in Italia

A mostrare una fotografia coerente con quanto appena detto, troviamo l’ultimo report pubblicato da ACI relativo al settore automotive in Italia di agosto 2023, in particolare con i dati riferibili al mercato dell’usato. Nel nostro Paese, infatti, nel mese appena trascorso, la vendita di auto usate ha fatto registrare un + 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2022, con circa 183 mila passaggi di proprietà.

Numeri che se messi a paragone con le nuove immatricolazioni di veicoli usciti dalla fabbrica stanno a significare che per ogni 100 auto nuove se ne vendono ben 219 usate, di cui il 49% è rappresentato da modelli alimentati a diesel, seguiti da quelli a benzina (35%). Le ibride usate invece sono solo il 4,5%, presumibilmente anche in virtù di una età minore, essendo mezzi relativamente giovani, i cui proprietari sono meno propensi a sostituire. Stesso discorso per quanto riguarda le elettriche, con una percentuale ancora più lampante, pari allo 0,5% sul totale dei passaggi di proprietà di agosto.

Evidenze che vanno di pari passo con un altro problema italiano ma che, nei fatti, coinvolge tutta l’Unione Europea, vale a dire l’età troppo avanzata del nostro parco circolante. Nella penisola, infatti, l’età media di un’auto è di 11 anni e 7 mesi (di poco sotto la media europea che è 12 anni), ma rispetto ai 9 anni registrati nel 2016, l’incremento è del 28%. Il dato preoccupante però riguarda il numero di veicoli con oltre 10 anni di servizio, con l’Italia prima in classifica europea, con oltre 23 milioni di auto “datate”.

Come accennato in precedenza, le motivazioni sono molteplici ma collegabili a un potere di acquisto degli italiani sempre più sottile e all’aumento generale dei prezzi delle auto nuove.

L’aumento delle auto di lusso usate

In questa situazione, in cui gli italiani preferiscono acquistare modelli usati per poter risparmiare denaro, sta prendendo sempre più piede la compravendita di auto di lusso usate, potendo in questo modo guidare il veicolo dei propri sogni senza però dover affrontare il prezzo intero nel caso di auto nuova.

Il mercato della auto di lusso usate, infatti, sta vivendo un periodo molto positivo, con i clienti che ricercano nel “second hand” marchi di prestigio come Porsche, Mercedes e Maserati, tra gli altri. In particolare, le zone maggiormente interessate a questo fenomeno sono le Regioni del centro-nord Italia, come sottolineato dalle ricerche online che sempre con maggiore frequenza sono relative all’individuazione, ad esempio, di un concessionario BMW usata in Toscana, tanto per citare un territorio particolarmente coinvolto nei passaggi di proprietà dei veicoli definibili “di prestigio”.

Anche in questo caso non esiste una motivazione univoca a questa tendenza, ma è plausibile che, se da una parte gli acquirenti non vogliono rinunciare a un’auto di lusso, accontentandosi di un modello usato, dall’altra i proprietari tendono a vendere queste tipologie di veicoli anche in virtù dell’aumento dei costi di gestione, di manutenzione, e di quelli relativi alle tasse automobilistiche.