La situazione resta la stessa: la cassa integrazione va avanti e gli ordinativi non crescono. E i lavoratori senesi di Beko attendono ancora una multinazionale che sul piano industriale non presenta novità.
Per loro oggi è stato il giorno dell’incontro con i delegati sindacali nazionali, che sono giunti di persona a controllare quanto accade in viale Toselli. “O i turchi vengono e portano soldi oppure lo stabilimento di Siena soffre – dice Barbara Tebaldi, segretario nazionale Fiom Cgil -. Il governo non può chiamarsi fuori, perché ancora una volta ha venduto una multinazionale a una multinazionale”.
Ed ancora: “Qui serve lavoro oppure stiamo regalando la vita delle persone. Per questo chiediamo di mantenere l’impegno di trovarsi a settembre. Altrimenti i lavoratori dovranno mobilitarsi. Resta fondamentale per noi vedersi prima che Beko decida sul piano industriale, perché a giochi fatti rischia di essere troppo tardi”.
“Abbiamo chiesto un incontro a Beko prima che presentasse il piano industriale. Sono due gli obiettivi che perseguiamo: il primo è coinvolgere il governo, il secondo è esporre il punto di vista del sindacato. Se nell’elaborare il piano industriale l’obiettivo sarà rilanciare le fabbriche dalla nostra parte troverà dialogo e collaborazione; se così non fosse troveranno un avversario determinato”, sostiene Gianluca Ficco, segretario Uilm.
Dello strumento della golden power, con cui si era mosso l’Esecutivo un anno fa ha parlato Massimiliano Nobis, segretario Fim Cisl: “Dovrebbe garantire occupazione nei siti produttivi per i prossimi anni. L’esame sarà il piano industriale che porterà Beko .Credo che la presenza del governo sia importante ma deve essere di supporto, noi vogliamo essere parte del piano industriale. Sappiamo che con investimenti mirati quello degli elettrodomestici è un settore che può dare occupazione”.