Beko, confronto con vista sulle Regionali. Giani: “Dieci potenziali reindustrializzatori. Ecco in quali settori operano”

Ci sono dieci soggetti che stanno interloquendo con l’advisor Sernet per la reindustrializzazione dello stabilimento Beko di viale Toselli a Siena. Lo ha confermato il presidente della Regione Toscana e candidato del centrosinistra Eugenio Giani durante un confronto organizzato dai sindacati di categoria in vista delle elezioni.

All’iniziativa hanno partecipato anche il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi e la candidata di Toscana Rossa Antonella Bundu. In sala erano presenti circa settanta persone, tra cui i lavoratori della multinazionale turca che a fine anno lascerà lo stabilimento, oltre ad alcuni volti della politica locale.

“Le realtà interessate – ha specificato Giani – operano nei settori dei data center, delle piattaforme per la gestione dei rifiuti elettronici e producono impianti per la catena del freddo collegati al biomedicale. Altre visite ci saranno nei prossimi giorni”.

 

A rivolgere le domande ai tre candidati sono stati i segretari delle sigle senesi di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil: Daniela Miniero, Giuseppe Cesarano e Massimo Martini.

“No allo spezzatino della fabbrica. Servirà un soggetto industriale unico” ha chiarito Giani, che ha anche precisato che, al momento, nella trattativa “non c’è l’ipotesi di Leonardo”. Il governatore ha poi prospettato un rilancio attraverso settori “di prospettiva” come “quello dello sviluppo sostenibile”, manifestando “la disponibilità” della Regione a sostenere investimenti con incentivi, anche attraverso fondi comunitari.

“L’acquisizione pubblica dell’impianto è stata la vera vittoria” ha affermato Tomasi. “L’area però soffre di un gap industriale. Servono dunque incentivi per la formazione e la riconversione degli operai, oltre che per la riqualificazione del sito. Ma servono anche tempi certi e rapidi per il reindustrializzatore. Occorrono subito leggi urbanistiche straordinarie per mettere a terra i progetti”.

“Bisogna potenziare le infrastrutture ferroviarie e stradali: arrivare e partire da Siena è difficile, e questo frena lo sviluppo – ha dichiarato Bundu –. Chi investe deve essere radicato al territorio: anche una multinazionale, se legata alla comunità, difficilmente se ne va. Altro punto è la formazione professionale: occorre migliorare gli ITS e rafforzare la preparazione dei giovani verso le professioni del futuro”.