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Beko, Landini: “A Siena la produzione non può cessare nel 2025. No alle polemiche politiche”

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Nessuno deve essere lasciato indietro: fuori dai cancelli dello stabilimento Beko di viale Toselli, dopo aver parlato con i lavoratori, Maurizio Landini, lo ribadisce con fermezza, sottolineando che l’accordo quadro discusso al Ministero “deve avere la caratteristica di salvaguardare tutti gli stabilimenti e di dare una concreta prospettiva di continuità industriale per tutti”.

Il punto fermo è evitare che la multinazionale cessi la produzione entro l’anno. “Questo non è accettabile – dice ai giornalisti-. Se uno dice che sono impegnati per la reinudstrializzazione banalmente, fino a quando non c’è una reindustrializzazione seria, si dovrebbe continuare” l’attività.

Durante l’incontro con gli operai, il segretario della Cgil ha precisato che non è il momento delle polemiche politiche, ma di un impegno concreto per “salvare il lavoro”.

“Il Governo, oltre all’aver dichiarato di avere un golden power, deve muoversi concretamente adesso per far cambiare idea alla Beko – ha proseguito – . E siccome la condizione c’è, noi ci aspettiamo, a partire da oggi, e che a quel tavolo ministeriale si facciano dei passi in avanti per arrivare ad un’intesa accettabile per i lavoratori”.

Giudicati pochi poi i sette milioni di euro destinati alla struttura locale: “Sicuramente per quello che riguarda Siena c’è bisogno di un impegno maggiore anche in termini economici” da parte dell’azienda, “se si vuole dare sostanza e credibilità all’idea di una credibilità all’idea di una continuità produttiva di questo stabilimento”

Landini era a Siena all’assemblea della Cgil locale, per lanciare la campagna del sindacato sui referendum: “Il voto diventa decisivo per cambiare la propria condizione. Se raggiungiamo il quorum, perché questo è il nostro obiettivo, portare a votare 25 milioni di cittadini, il giorno dopo ci sono miglioramenti immediati sulla condizione delle vite e del lavoro delle persone”

MC