Dal palco del congresso dei Verdi, a Chianciano Terme, ha chiesto solidarietà per gli operai Beko del sito di Siena. E dopo averli applauditi il segretario nazionale del Pd Elly Schlein ha fatto sapere di aver “già chiesto al Governo di ricorrere a ogni strumento utile, compreso il golden power per evitare” i 1935 licenziamenti previsti in Italia dalla multinazionale e “per salvaguardare il futuro occupazionale di quei lavoratori, delle loro famiglie e anche quello del settore degli elettrodomestici”.
Dal palco della città termale un accenno alla vertenza lo ha fatto anche il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Dobbiamo andare nei luoghi del conflitto, dobbiamo – ha detto – andare di fronte alle fabbriche, come alla Beko a pochi chilometri da qui dove sui lavoratori è piombata la mannaia dei licenziamenti, o dove vengono fatte scelte contro l’ambiente e contro il territorio, o di fronte alle scuole che cadono a pezzi. Dobbiamo far vivere dentro un’alleanza di popolo una prospettiva di alternativa ed è possibile farlo ma – conclude – dobbiamo cominciare a costruirla fin da ora”.
Da FdI innvece arrivano risposte piccate a Carlo Calenda, che ieri di fronte all’impianto aveva sostenuto come il ministro Adolfo Urso avesse mentito sulle clausole del golden power e sulle tutela dei livelli occupazioni.
“Calenda ha fatto il ministro delle imprese sempre e solo dal suo salotto di casa, utilizzando la retorica e pontificando senza risolvere nessuna crisi, anzi aggravandone alcune per la sua non Azione”, attacca il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti. “Il golden power, se utilizzato bene, può evitare l’aggravarsi delle crisi, come per Beko che in Polonia e in Gran Bretagna ha già chiuso gli stabilimenti, mentre in Italia deve confrontarsi con sindacati e governo sul piano industriale e su come mantenere la produzione e l’occupazione”.