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Beko, Michelotti agli scettici dell’operazione Train: “La multinazionale non resterà, serve pragmatismo”

“Beko inevitabilmente, dismetterà la produzione. E illuderci che il contrario non accada significa, a mio avviso, prendere in giro le persone. Serve un approccio pragmatico volto a tutelare i livelli occupazionali”, dice il parlamentare di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti, che risponde a chi ha manifestato scetticismo rispetto alla notizia della manifestazione d’interesse di Train verso Duccio immobiliare per lo stabilimento di viale Toselli.

La cifra, necessaria a rilevare l’impianto e a bonificarlo, dovrebbe stagliarsi intorno ai dieci milioni di euro.

Secondo Michelotti quella di Train è “un’idea proposta dal sindaco di Siena” che “va approfondita. È un’idea interessante e intelligente, soprattutto perché il Ministero delle Imprese ha dichiarato chiaramente che intende andarsene perché non ha più mercato”.

La multinazionale turca, ha proseguito l’onorevole, “ha grandi responsabilità” ma “in questo momento va aiutato il Mimit a trovare nuovi investitori”.

Michelotti, che era presente insieme all’altro parlamentare di FdI Simona Petrucci al congresso del partito senese, prosegue: “Va inoltre considerato che il problema non riguarda solo la produzione, ma anche l’affitto di uno stabilimento, attualmente abnorme e fuori mercato. Acquistare l’immobile potrebbe consentire di ottenere un canone d’affitto in linea con il mercato e, magari, portare nuovi imprenditori a Siena, attratti non tanto dalle infrastrutture, di cui siamo carenti, quanto dal sito”.

Il deputato ribadisce poi che serve “un approccio pragmatico volto a tutelare i livelli occupazionali. Ad esempio, questa settimana ho perorato la causa di una cassa integrazione inderogabile straordinaria per tutto il 2027, anche a Palazzo Chigi. Stiamo lavorando in modo discreto ma determinato, convinti che sia la soluzione giusta per proteggere queste famiglie”.

Sulla scia dell’intervento del neo coordinatore comunale Alessandro Manganelli (link qui), l’ex assessore quindi pungola la Fondazione Monte dei Paschi affinché “possa essere un ulteriore attore nella vertenza, bussando la porta alla Beko, al tavolo del ministro Urso e al governo Meloni. Non c’è solo il Comune in questa città, ma anche Palazzo Sansedoni, che in passato ha dato tanto e, in questa fase complicata, potrebbe intervenire in modo mirato e funzionale a un progetto di recupero dell’occupazione”.

MC

marco crimi

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