
Repetita juvant: Beko smetterà di produrre a Siena alla fine del 2025. E non emergono ulteriori particolari novità dal nuovo round sulla vertenza al Ministero delle Imprese.
Parti sociali e multinazionale al momento non sono sulla stessa linea nemmeno per quanto riguarda l’eventuale integrazione alla cassa integrazione e sugli incentivi all’esodo per il personale più vicino alla pensione, richiesti dai sindacati.
Qui però emerge l’unico elemento di novità di questa seduta fiume che è durata sette ore: “Domani l’azienda è attesa al Ministero del Lavoro per valutare se c’è la possibilità di attivare ammortizzatori sociali ed eventualmente quali di questi possono essere possono essere utilizzati”, fa sapere Massimo Martini, della Uilm Uil di Siena.
Il piano potrebbe essere presentato dall’azienda il prossimo 2 aprile, quando si svolgerà il nuovo tavolo. “La vertenza resta complessa e complicata. La sottosegretaria Bergamotto ha riconfermato l’interesse del Governo per far si che Invitalia acquisisca lo stabilimento di viale Toselli – ha proseguito Martini -. Al tempo stesso abbiamo chiesto di poter proseguire la produzione anche dopo il 2025 ma ci sembra difficile poter ottenere questo risultato”.
Per il segretario della Fiom Cgil di Siena Daniela Miniero sugli incentivi “siamo ancora lontani da delle indennità credibili rispetto alla perdita di un posto di lavoro. Si è parlato anche di acquisizione dello stabilimento da parte di un ente pubblico anche se lo Stato mantiene una certa riservatezza. L’unico elemento chiaro che è emerso è che l’azienda dovrà cessare la produzione alla fine di quest’anno. Restano ancora tante ombre su questa vertenza che speriamo di chiarire al prossimo incontro, il 2 aprile, mentre domani parleremo degli ammortizzatori sociali da mettere in campo per il 2026 e 2027”.
“Abbiamo chiesto l’integrazione per i lavoratori, per il 2026 e 2027, per non farli avere una cassa integrazione a zero ore – le parole di Giuseppe Cesarano, Fim Cisl Siena-. Abbiamo parlato dell’acquisizione dell’impianto, ci hanno confermato che sta andando avanti, ma sono necessari dei tempi tecnici. Per quanto riguarda l’incentivo all’esodo sosteniamo lo schema già attuato da Whirlpool, ma abbiamo parlato di cifre che non ci soddisfano e abbiamo chiesto a Beko di rivedere l’impostazione incentivante”.
In Italia sono 1284 gli esuberi, fanno sapere in una nota le sigle nazionali di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, “di cui 312 a Cassinetta, 64 a Melano, 80 a Comunanza, 40 a Carinaro e 288 a Siena, sito per cui è prevista la fine della produzione a fine anno e per cui ancora non c’è una soluzione alternativa”.
Per ipotizzare un accordo, continuano, “occorre risolvere i nodi decisivi della trattativa, a incominciare dalla acquisizione del sito di Siena da parte del pubblico”.
MC