Su Beko Europe il Governo “deve specificare che cosa è il golden power” perché “se la misura permette all’azienda di chiudere degli stabilimenti, di licenziare delle persone, non mi sembra un granché”.
Sulle vertenza interviene così il segretario della Cgil Maurizio Landini, che oggi era presente ad un’assemblea del sindacato a Firenze. “Al gruppo – ha aggiunto- diciamo chiaramente che non siamo disponibili ad accettare quello che è di fatto un ridimensionamento e una possibile dismissione delle attività produttive nel nostro Paese. Siccome il settore dell’elettrodomestico è un settore molto importante nel nostro Paese, non siamo disponibili ad accettare questa situazione”.
Poi un ulteriore appello all’esecutivo per un “un intervento esplicito” per queste imprese. Davanti ai cancelli intanto la protesta va avanti ed i lavoratori hanno montato un gazebo per il loro presidio.
Giovedì 28 novembre sarà discussa in consiglio provinciale che impegna la presidente dell’Ente Agnese Carletti “ad esprimere vicinanza da parte della nostra provincia ai lavoratori dello stabilimento di Beko Europe di Viale Toselli – si legge nell’atto- e a partecipare insieme ai sindaci coinvolti alle iniziative di mobilitazione che dovessero essere promosse a sostegno del rilancio dell’insediamento produttivo e per la salvaguardia dei posti di lavoro”.
E poi Carletti sarà impegnata “ad aderire e sostenere iniziative concrete a sostegno dei lavoratori, come l’organizzazione di manifestazioni di protesta, l’attivazione di tavoli di confronto con le istituzioni regionali e nazionali e la ricerca di eventuali soluzioni alternative per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro”.
Sull’argomento oggi sono poi intervenuti i consiglieri comunali Gianluca Marzucchi, Adriano Tortorelli e Fabio Pacciani. “La crisi della Beko riguarda tutta la città – scrivono in una nota congiunta-. Serve un’unità di intenti da parte di tutte le istituzioni amministrative, delle forze economiche e sindacali. Serve anche l’impegno e la disponibilità, definita nei contenuti, della Fondazione Monte dei Paschi. Siamo poco fiduciosi che il golden power possa rivelarsi decisiva. Felici ovviamente di sbagliarci, ma la città deve mobilitarsi ugualmente, e con forza, per scongiurare una chiusura che danneggia principalmente le famiglie dei lavoratori, ma anche gli equilibri economici e sociali di Siena e del suo territorio”.
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