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Giro d’Italia, anche le associazioni di categoria contro Lorè: “Lo street food ha tolto 8mila presenze alla ristorazione”

Ottomila presenze allo street food alla Lizza che non sono “un effetto positivo”  perché vengono “tolte al sistema della ristorazione senese in tutte le sue espressioni, in favore di soggetti che dopo tre giorni hanno preso e se ne sono tornati a casa loro”.

Nella polemica sui numeri del Giro d’Italia intervengono con un duro comunicato anche le associazioni di categoria. Confesercenti e Confcommercio, nel definire la corsa rosa “un’occasione di grande interesse oltre che di prestigio per la città interessata”, puntano però il dito contro Lorenzo Lorè.

Non tanto per le spese correlata alla nona tappa che ha visto l’arrivo in piazza del campo, quanto per un passaggio della risposta all’interrogazione, fatta dall’assessore allo sport nell’ultimo consiglio comunale, “che francamente non ci è piaciuta – si legge in una nota-. Ovvero le presenze nello street food”.

“Quale vantaggio ha portato alla città questa iniziativa? – si domandano le associazioni – Forse il parcheggio Fortezza chiuso per un’intera giornata in occasione del concerto nello Stadio? Per quale motivo, come avviene in altri casi, non è stata chiesta la collaborazione alle associazioni di categoria ed agli operatori del territorio?”.

“Spesso negli incontri con l’amministrazione viene detto che l’obiettivo è alzare la qualità dell’offerta per attrarre un turismo più qualificato – continuano-. Bene, si può essere d’accordo sul concetto generale fermo restando che prima si deve costruire un progetto serio e attuabile e non procedere con provvedimenti spot che non producono altro che confusione”.

“Un punto fermo deve essere che qualunque evento deve essere visto in funzione di una ricaduta sulla città e sul territorio – osservano – E questo punto non è solo una banale espressione autarchica, ma è soprattutto rispetto per le attività che in questa città vivono e lavorano 365 giorni, pagando le tasse e i tributi comunali, dando lavoro a centinaia di persone, mettendosi costantemente in gioco perché per chi ha un’impresa non esistono ammortizzatori sociali”.

“Il problema, caro assessore – concludono – non sono le decine di migliaia di euro che in questa occasione da Siena sono emigrate chissà dove, il problema è il metodo, sono le modalità con cui certi eventi si gestiscono, che spesso creano più malcontento anche dell’aspetto economico”.

marco crimi

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