
Duecentodieci uscite incentivate sulle duecentosettanta programmate: nonostante la proroga di tre mesi, dal 30 marzo al 30 giugno, continua a non decollare l’opzione del “Preference to leave” della Gsk a Siena e Rosia.
Questo stando almeno a quanto ha diffuso la rappresentanza della Filctem Cgil nell’azienda. Secondo la sigla sindacale aziendale e secondo quella territoriale
“quello che si sta ‘muovendo’ dentro a Gsk da qualche settimana faceva presagire questo dato. Infatti da alcuni giorni registriamo le segnalazioni e le preoccupazioni di lavoratori sottoposti a pressioni e minacce volte ad indurre al demansionamento e alla creazione di nuovi gruppi di lavoro, talvolta senza formazione e coperture sanitarie adeguate – si legge in una nota-. Altri segnali ci giungono da lavoratori spostati da un reparto all’altro senza alcun criterio oggettivo, solo sulla base di decisioni arbitrarie”.
“Queste pressioni ci risultano particolarmente allarmanti per i genitori e soprattutto per le lavoratrici madri – si legge ancora-, che si trovano a dover affrontare proposte di cambiamenti radicali e repentini nell’organizzazione della propria vita quotidiana. In particolare, la proposta – talvolta mirata- di turni notturni a donne con figli piccoli appare come una strategia indiretta per spingere ad accettare il PTL volontario, alimentando un senso di ricatto più che di reale scelta. Molte colleghe ci raccontano di sentirsi di fronte ad un bivio insostenibile: “Così non riesco nemmeno a vedere mio figlio.”.
“Non è il lavoro su turni in sé a essere messo in discussione, ma la mancanza di un percorso condiviso, graduale e rispettoso delle esigenze di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro – continuano le sigle – . Nel frattempo l’azienda chiude le mense, riduce i servizi Sodexo inerenti le pulizie ed altri settori fondamentali, con ricadute dirette sull’occupazione nel territorio. E mentre Gsk continua a cercare di raggiungere i 270 lavoratori che dovranno uscire, con il passare dei mesi continuano a dirci che fino a qui “va tutto bene”.”
“Abbiamo chiesto incontri per la riorganizzazione dei lavoratori di alcune aree produttive come ad esempio quella del reparto primario (edificio 40), richiesto che si trovasse una soluzione per la situazione dei turni massacranti della portineria avanzando anche proposte di facile attuazione, proposto un incontro intercategorialeper la questione delle riduzioni dei servizi mensa, bar e pulizie: l’azienda non risponde – prosegue la nota-. Questa è la situazione che viviamo quotidianamente ormai da tempo nella multinazionale “etica”, inaccettabile per noi della Cgil!”.