“Stiamo valutando come sindacato di entrare in stato di agitazione, se non fossimo soddisfatti da alcuni passi che abbiamo chiesto a Gsk”.
Lo afferma il delegato della rappresentanza sindacale dell’azienda e membro della segreteria di Filctem Cgil Siena Federico Romagnoli, dopo che si è svolta un’assemblea a cui hanno preso parte i lavoratori senesi. All’incontro erano presenti 900 persone, pari al 50% degli occupati tra i siti di Rosia e Siena. Sia le sigle sindacali che i dipendenti erano in attesa di una comunicazione scritta dove Gsk chiariva le sue intenzioni sul piano di uscite volontarie.
Comunicazione che però, viene spiegato, non è pervenuta. Sul possibile stato d’agitazione il sindacalista specifica che sarà messo in campo se la multinazionale “non attuerà un tavolo a livello regionale”. Romagnoli chiede quindi “una trattativa sindacale seria. E non decisioni unilaterali”. Ma precisa poi di “aspettare le mosse future di Gsk prima di prendere decisioni. Ed aspettiamo anche i sindacati di categoria di Cisl e Uil”.
“Le 270 uscite volontarie – ha aggiunto – sono esuberi per cui la compagnia non vuole fare le procedure con tutti i crismi previsti con la Confindustria. Gsk ha un fatturato alto e non si può permettere di aprire una crisi”.
Per il membro della Rsu “i prodromi di questa situazione erano già stati avvistati a Londra, a giugno, durante il consiglio europeo di fabbrica. Già allora -spiega – ci era stato comunicato che il business dei vaccini era in revisione perché non produttivo. E quindi ci fu detto che qualcosa sarebbe successo”.
E prosegue: “La missiva dell’azienda non è arrivata per cui ad ora ci sono solo le loro parole. Ancora dovremo aspettare prima di fornire una direzione”.
Intanto, in una comunicazione interna tra i dipendenti, viene spiegato che si potrà esercitare l’opzione del Preference to leave in un periodo che va fino al prossimo 31 marzo. Sono invece cinquanta le mensilità massime di incentivo.
MC