
Il Comune mette il lucchetto all’apertura di nuove attività e la sua mossa piace alle associazioni di categoria: sia Confesercenti che Confcommercio plaudono all’ultima novità emersa dalla giunta e si dicono pronte a collaborare per il varo del nuovo regolamento sugli esercizi.
“Chiaramente -sottolinea Daniele Pracchia, direttore di Confcommercio Siena – non possiamo basarci solo su una fase transitoria di due mesi, ma sarà necessario predisporre un atto che abbia una valenza duratura, per disciplinare le aperture dei negozi e, soprattutto, per mantenere l’identità, non solo commerciale, del centro storico di Siena”.
“Siamo pronti a dare il nostro contributo – dice invece il presidente di Confesercenti Siena Leonardo Nannizzi-. Sappiamo bene che le nostre linee guida puntano a un commercio attivo, con la possibilità di valorizzare l’artigianato locale, come i dolci tipici, e a incentivare una serie di attività che escano dal solito ragionamento legato al food e drink. L’obiettivo è offrire una maggiore diversificazione delle attività, in modo che i fruitori possano trovare proposte diverse”.
Da Pracchia un consiglio alla giunta per affrontare l’annosa questione dei fondi sfitti. ” Qualcosa si potrebbe fare, agendo sulle leve della fiscalità locale per incentivare chi, da troppo tempo, mantiene fondi sfitti a causa di richieste economiche evidentemente troppo alte – afferma- , che non trovano riscontro sul mercato. Questa è una delle possibili ipotesi. Tuttavia, sarebbe auspicabile un intervento a livello più alto sul tema degli affitti commerciali. Ricordo sempre che la normativa su questo ambito risale al 1978: sono passati quasi cinquant’anni, e credo che un aggiornamento di una legge del genere sarebbe quanto meno doveroso. Purtroppo, però, questo non rientra nelle competenze del Comune, ma è un compito che spetta al Governo e al Parlamento”.
Nannizzi invita invece a prendere spunto dai numeri di visitatori di Strade Bianche, per dare corpo ad altre iniziative. “Siena ha la possibilità di organizzare di tutto – osserva-: dalla musica all’arte, dal turismo sportivo al turismo enogastronomico. Basterebbe riuscire a mettere in campo eventi come queste, garantendo una certa continuità, soprattutto nei mesi più critici che vanno da novembre a marzo, escludendo dicembre, che comunque beneficia del Natale, anche se non è più quello di una volta”.
MC