Ridurre gli infortuni, abbattere le barriere linguistiche e trasformare il posto di lavoro nel primo luogo di integrazione reale.
È la missione del protocollo d’intesa firmato oggi nella Sala consiliare della provincia di Siena da Asl Sud Est, Cpia, sindacati, associazioni datoriali, Comuni e due aziende del territorio: Ferroli di Casole d’Elsa e Agriarte di Monteriggioni. Una firma che segna l’avvio ufficiale della sperimentazione di nuove strategie di prevenzione dedicate ai lavoratori stranieri, spesso più esposti a incidenti e difficoltà comunicative.
Il documento, intitolato “Protocollo d’intesa per la promozione della salute, sicurezza ed ergonomia dei lavoratori immigrati”, impegna le aziende a garantire un percorso di integrazione completo che parte dal lavoro e arriva a toccare la sfera sociale. L’obiettivo è chiaro: formazione migliore, più informazione, più supporto linguistico e maggiore consapevolezza delle regole, perché la sicurezza passa prima di tutto dalla comprensione.
Alla base dell’iniziativa c’è un dato emerso dall’analisi degli infortuni degli ultimi anni: molti incidenti che coinvolgono lavoratori migranti derivano da errori procedurali, scarsa formazione, cattiva comunicazione e difficoltà linguistiche. Un “fattore umano” che può essere affrontato solo con una rete territoriale capace di lavorare insieme. Il protocollo prevede infatti un approccio interdisciplinare che coinvolge imprese, Asl, Comuni, centri di formazione, sindacati, associazioni e volontariato.
La firma è avvenuta durante il seminario “Prevenzione nei luoghi di lavoro: risultati e prospettive future”, dedicato al Piano regionale di prevenzione 2020–2025 e ai passi verso il prossimo piano 2026–2031. Presenti, tra gli altri, il direttore del Dipartimento di Prevenzione Asl Tse Giorgio Briganti, la direttrice delle Professioni tecnico-sanitarie Daniela Cardelli, la responsabile dell’ufficio Prevenzione di Siena Valentina Paolucci, rappresentanti della Regione Toscana e amministratori locali.
“Il protocollo siglato oggi è un modello d’integrazione che incarna la filosofia della prevenzione moderna – ha commentato Briganti – unendo salute, inclusione e attenzione al profondo cambiamento del mondo del lavoro”. Sulla stessa linea Cardelli, che sottolinea come “solo integrazione e legalità garantiscano sicurezza: molte aziende impiegano lavoratori migranti e questa è un’opportunità per assumersi un vero impegno etico”.
Entusiasti anche i comuni coinvolti. Per il sindaco di Casole d’Elsa Andrea Pieragnoli, si tratta di “un passo importante per aziende che vogliono rispondere alle esigenze del mercato con personale preparato e sicuro”. Il sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini evidenzia la necessità di «percorsi formativi che diano ai lavoratori una mappa del territorio e delle regole: un lavoratore integrato è più efficiente, e una persona integrata è una ricchezza per la comunità».
Soddisfazione anche dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, che parlano di “strumento imprescindibile per coniugare sicurezza, integrazione e giustizia sociale”, ricordando che la conoscenza della lingua italiana è fondamentale per comprendere norme, rischi e procedure.