
Prima sembra Stanis La Rochelle in Boris. Ora ricorda più un pompiere che tenta di gettare l’acqua sul fuoco della polemica, scatenata da lui stesso. E così, a metà pomeriggio, il vicepremier Matteo Salvini prova a fare qualche passo indietro rispetto a quanto detto tra ieri e stamattina (link qui).
In una nota Salvini fa sapere di essere intenzionato a invitare al ministero delle Infrastrutture i produttori del Montepulciano d’Abruzzo e del Nobile di Montepulciano, coi relativi amministratori dei territori.
“Sono entrambe eccellenze italiane da promuovere, al di là del legittimo orgoglio di campanile e di battute che, da toscano orgogliosamente acquisito da ormai sei anni, non devono diventare polemica politica”, è la sua dichiarazione, contenuta in un comunicato.
Oltre alla battuta sui toscani “che hanno rotto le palle” a Montepulciano non è andato giù quel “Ah sì? Meglio”, detto dal vicepremier come risposta al Governatore Marco Marsilio, che aveva osservato come fosse “più conosciuto ed esportato il Montepulciano d’Abruzzo che il Nobile di Toscana”.
Il siparietto ha generato “sconcerto e indignazione”: ha attaccato il sindaco poliziano Michele Angiolini. “Nelle parole del ministro, oltre ad un oltraggio ingiustificato nei confronti della Toscana e dei toscani, c’è anche una denigrazione del Nobile di Montepulciano, simbolo del nostro patrimonio culturale e agricolo, parte integrante dell’identità del territorio – continua – quando ho letto la card che girava sui social da ieri sera ho sperato che fosse una fake news, purtroppo non era così. Io credo che un esponente del Governo dovrebbe apprezzare e valorizzare una realtà quale è quella vitivinicola poliziana, non sminuirla o addirittura deriderla e utilizzarla come offesa nei confronti dei cittadini toscani”.
“Il Nobile di Montepulciano è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. La “battuta” del ministro non è stato soltanto un momento di leggerezza istituzionale, ma un affronto verso migliaia di viticoltori, produttori e lavoratori che ogni giorno, con il loro impegno, alimentano un settore strategico per l’economia locale e nazionale. Non è davvero ciò che ci si aspetta da un Ministro”, ha aggiunto l’assessore alle Attività economiche e produttive Alberto Millacci.
La giunta chianina ha poi chiesto a Salvini di scusarsi e di chiarire la propria posizione. Sul piede di guerra anche la Flai Cgil di Siena, sindacato che rappresenta gli operai agricoli.
Secondo il segretario Andrea Biagianti quelle del leader del Carroccio sono affermazioni “gravi ed offensive non solo per i cittadini toscani, ma soprattutto nei confronti delle migliaia di lavoratori che operano nelle aziende vitivinicole della Regione e della Val di Chiana” .
“E’ anche per il duro lavoro di queste maestranze che la nostra provincia, la Toscana e l’Italia sono famose nel mondo, non solo per il vino, ma anche, grazie alla viticoltura, per la tutela del paesaggio e dell’ambiente e per la qualità della vita e del cibo, elementi che contribuiscono a rafforzare un comparto, quello del turismo, e dell’eno-gastro-turismo, sempre più in crescita, che rappresentano un’importante voce nell’assetto economico nazionale”, ha proseguito.