Ronde nelle biblioteche e cellulari sottratti per auto votarsi: ecco perché l’Università ha annullato le elezioni

Ci sarebbe stato chi, prendendo il telefono di qualche studente, si sarebbe votato da solo. E poi le ronde nelle biblioteche dei poli accademici, nelle mense, fuori dalle aule, tra una lezione e l’altra, sempre per controllare se e come gli iscritti avevano fatto la loro scelta per rinnovare i consigli.

È la cornice di eventi che avrebbe portato Roberto Di Pietra a sospendere prima, e ad annullare dopo le elezioni studentesche per il biennio 2025-2026.

In un decreto tra l’altro il rettore parla di comportamenti, denunciati al comitato di garanzia, “altamente lesivi” del diritto di opinione e “come tali più che idonei a inquinare i risultati della procedura elettorale”. E gli atti sono stati inviati alla procura della Repubblica.

“Ho visto tante persone che erano appostate fuori dai bagni per chiedere il voto agli studenti che uscivano – racconta la candidata Francesca Parri, Link -. Altre facevano le ronde in biblioteca, mentre alcune approfittavano dell’uscita dei professori per dirigersi su potenziali elettori. Siena ha un problema con l’affluenza, ma queste azioni non fanno altro che disincentivare il voto”.

Il racconto è di Francesca Parri, candidata del sindacato universitario di sinistra di Link. Anche Gioventù Universitaria ha commentato la decisioni di Di Pietra

“Ciò che consideriamo gravissimo è che questa sospensione sia avvenuta in un totale silenzio, colmato solo successivamente in modo molto approssimativo. Inoltre, nel decreto di annullamento, sono state chiamate in causa le associazioni studentesche – così invece Alberto De Donatis, Gioventù Universitaria – . La nostra associazione, Gioventù Universitaria, non può essere coinvolta in quanto ciò che ci viene contestato è lontano dai nostri valori. Dopo aver discusso con tutti i nostri candidati, possiamo affermare che non esistono fatti concreti che possano giustificare le accuse rivolteci”.

Da Cravos prende invece parola Samuele Picchianti che ha condannato “ogni forma di sopruso” ed ha chiesto “maggiore chiarezza al Rettore. Se si vuole tutelare chi è stato forzato a votare – ha aggiunto- si deve dare la possibilità di annullare la scheda o di cambiare la propria scelta”.

MC