Sanità, alloggi a canone calmierato per chi lavora al pronto soccorso: il Comune valuta la misura

L’amministrazione sta valutando la “possibilità di destinare alloggi a canone calmierato ad operatori, anche neoassunti, del pronto soccorso attraverso una linea strategica afferente alle politiche della casa e relativa al social housing”.

Lo ha fatto sapere l’assessore alla sanità Giuseppe Giordano nel rispondere ad un’interrogazione del Pd, stamani in consiglio comunale, in merito alle iniziative assunte dalla giunta sulla stessa sanità. “In caso di risposta positiva da parte del mercato, verrà valutata l’opportunità di realizzare una convenzione con il policlinico per destinare alloggi agli operatori del pronto soccorso”.

Tra le novità, scandite dal titolare della delega della salute, ci sono le diciassette domande, presentate da medici di base, che hanno gli studi tra via Pantaneto, via Campansi e via Banchi di Sopra e che rappresentano l’80% dei professionisti dentro le mura, per accedere al contributo che palazzo pubblico destina per la copertura parziale dei costi di gestione ed affitto degli ambulatori.

“Il totale dei contributi finanziati ammonta a 10.610 euro, con un’erogazione effettiva di 8.200 euro – di Giordano-. Il riscontro positivo ottenuto dimostra l’efficacia di questa iniziativa sperimentale, finalizzata a mantenere i servizi sanitari essenziali, soprattutto per la popolazione anziana residente nel centro storico”.

La consigliera del Pd Anna Ferretti, che ha illustrato l’interrogazione, si è dichiarata “non soddisfatta. Mi trova d’accordo il fatto di incentivare attività per rendere più attrattiva la città, ma, per prima cosa, per quanto riguarda il contributo ai medici di famiglia credo che dare a professionisti con 1800 assistiti un contributo di trecento euro euro per un ambulatorio sia un’elemosina a chi non ne ha bisogno, come San Giovanni che chiede l’elemosina al Duomo, visto che tali medici raggiungono redditi molto alti”.

“Vanno destinati fondi a chi ne ha reale bisogno. Per quanto riguarda poi le politiche universitarie credo che il problema della mancanza di iscritti alle Scuole specialistiche di medicina non lo possa risolvere il comune di Siena. E’ una questione, infatti, che riguarda tutta Siena, la città deve diventare attrattiva per tutte le specialistiche, per cui credo che le iniziative su questo piano siano da incentivare – ha aggiunto-. L’amministrazione deve spendere per qualcosa che ha senso. Pagare un alloggio a uno specializzando per un anno non lo ha, serve qualcosa di maggiormente studiato, come fanno altre amministrazioni. Il Comune non deve fare beneficenza. Ci sono enti preposti a farlo”.