Si dovrebbero assestare intorno a novantamila le presenze al Santa Maria della Scala nel 2024. A dirlo il sindaco di Siena Nicoletta Fabio, che ha risposto ad un’interrogazione, sulla sostenibilità economica del complesso, in consiglio comunale presentata dal consigliere del Pd Gabriella Piccinni.
Nel suo intervento il primo cittadino ha ripercorso le tappe dell’ex-ospedale con i frequenti cambi di gestione e modalità. Durante la gestione di Opera Laboratori, ha sottolineato il sindaco, gli ingressi sono aumentati esponenzialmente con gli ingressi che sono arrivati ad essere “149mila circa nel 2017, 170 mila nel 2018 e 138mila nel 2019, ultimo anno intero pre covid e di gestione Opera. Sempre nel 2019 la bigliettazione ha comportato 570mila euro di entrate”.
Dal 2022, ha aggiunto il sindaco, “si sono registrati 66667 ingressi, 88913 nel 2023 per un totale di 471602 mila euro incassati dalla Fondazione Santa Maria”.
“E’ evidente che la bigliettazione unica portasse ad un numero di presenze cospicuo, come è evidente che rispetto a quella gestione oggi il Comune non incassi niente in termini di percentuale – ricorda il sindaco -. Il guadagno è totalmente a carico della Fondazione, oltre che di Sigerico, per la parte concessione, caffetteria e ostello”.
Fabio ha evidenziato l’impegno economico del Comune, che per il 2024 prevede di stanziare oltre 4,3 milioni di euro, coprendo manutenzione, personale e attività culturali. Il contributo ordinario, ha ricordato, è di 350mila euro e può essere integrato con altri 250mila euro.
“L’obiettivo è quello di trovare chi potrà contribuire alla stabilità economica della Fondazione – la puntualizzazione-. Necessariamente siamo costretti ad affrontare con coraggio alcune sfide e scommesse che si presentano alla città come un vero e proprio cambiamento culturale e generazionale. Mi domando, Siena è pronta a tutto ciò? Io credo di sì”.
Piccinni ha espresso insoddisfazione per l”‘impasse” vissuta dal museo ed ha sottolineato la necessità di investire di più nelle attività culturali. “É vero poi che il Santa Maria non nasce per produrre reddito ma deve comunque vivere bene, dunque ritengo che mentre si attende che risolvano i ritardi sulle regole e sui soci si debbano convogliare più risorse sulle attività. Meno passerelle e red carpet e più impegno su ciò che rimane, che produce la crescita, per le generazioni future, per aiutare la città in questo momento di forte crisi che purtroppo ci sta investendo ed è sotto gli occhi di tutti”, ha detto.