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Sciopero nazionale dei magistrati, domani anche i giudici di Siena davanti al tribunale

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Il 27 febbraio i magistrati scenderanno in piazza in tutta Italia e lo faranno anche i giudici di Siena, a difesa della Costituzione. I magistrati della sottosezione ANM Siena incontreranno dinanzi al Palazzo di Giustizia,  la cittadinanza e gli organi di informazione. Sarà data lettura di un breve comunicato esplicativo delle ragioni dello sciopero e dei pericoli che il disegno di legge costituzionale ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte Disciplinare’ comporta per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, garanzie fondamentali poste a presidio della effettiva tutela dei diritti e delle libertà delle persone.

In tutta Italia sono previsti interventi e letture, con la collaborazione di giornalisti e attori: a Genova sarà Antonio Albanese a leggere una parte di Costituzione del padre costituente Piero Calamandrei, in altre città sarà un vero dibattito aperto con i cittadini e con il sostegno della FNSI (Federazione nazionale stampa italiana) e di altre categorie.

A Siena, come ricorda la nota inviata dalla presidente della sezione senese della Anm, il giudice Ilaria Cornetti, “Sarà l’occasione per leggere quegli articoli della Costituzione che rappresentano i pilastri fondamentali del nostro vivere civile e per spiegare, a tutti coloro che vorranno ascoltarci, perché ci siamo mobilitati in difesa della Costituzione e dei diritti di tutti. Con questa astensione la magistratura difende, non propri diritti o prerogative, ma beni comuni fondamentali dell’attuale assetto costituzionale, quali l’equilibrio tra i poteri dello Stato, e l’autonomia ed indipendenza della magistratura. Beni comuni che
costituiscono garanzia di tutela effettiva dei diritti e delle libertà, non solo di tutti i cittadini, ma di tutte le persone.
La piena tutela dei diritti e delle libertà fondamentali di ogni persona richiede, infatti, una magistratura autonoma ed indipendente, libera da qualsiasi condizionamento che non sia quello derivante dalla Costituzione e dalle leggi, sovranazionali e nazionali, secondo il quadro costituzionale che ci è stato consegnato dai padri costituenti.
In nome ed a tutela di questi beni comuni aderiamo all’astensione proclamata dall’Associazione Nazionale Magistrati”.

Lo scorso 16 gennaio la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il disegno di legge costituzionale ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte Disciplinare’, che modifica gli articoli 87, 102, 104, 105, 106, 107, 110 della Costituzione. Questo disegno di legge costituzionale altera il sistema dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura – si legge nella nota dei magistrati senesi – , e compromette il principio della separazione dei poteri, creando le condizioni per un sempre più pervasivo controllo della magistratura da parte del potere esecutivo. Il disegno di legge costituzionale riguarda esclusivamente la magistratura ordinaria, non quelle amministrativa e contabile. Esso prevede: 1) la separazione della carriera della magistratura requirente dalla carriera della magistratura giudicante, 2) l’istituzione di due Consigli Superiori della Magistratura, uno per la magistratura requirente ed uno per la magistratura giudicante, 3) l’estrazione a sorte dei componenti dei due Consigli Superiori della Magistratura, 4) l’istituzione di un’Alta Corte Disciplinare con funzioni disciplinari attribuite in via esclusiva, composta da quindici membri, dei quali nove magistrati, anch’essi estratti a sorte. Attualmente, la carriera di magistratura inquirente e giudicante è unica (unico il concorso, unica la formazione permanente, analoghe le valutazioni di professionalità quadriennali,), ed il passaggio dall’una all’altra funzione è rigidamente regolamentato, e di fatto assai raro (in cinque anni lo 0.8 dei pubblici ministeri è passato a funzioni giudicanti, e lo 0.2% dei magistrati giudicanti è passato a funzioni requirenti). Unico è il Consiglio Superiore della Magistratura. I suoi membri, oltre a quelli di diritto, sono eletti dal Parlamento e da tutti i magistrati. La funzione disciplinare è affidata alla Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, le cui decisioni possono essere impugnate dinanzi alle Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione.

Poiché il passaggio tra le due funzioni è già disciplinato da legge ordinaria, la riforma costituzionale non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero, ponendo le premesse per il suo assoggettamento al potere esecutivo. Lo sdoppiamento dell’unico CSM, ‘pietra angolare del sistema dell’autonomia ed indipendenza della magistratura’, crea due Consigli, più deboli proprio perché separati. L’inserimento del sorteggio in
Costituzione priva i magistrati del diritto di elettorato, e dell’esercizio della responsabilità di scelta dei propri rappresentanti nell’organo di autogoverno. Mortifica, inoltre, la capacità di elaborazione culturale ed il contributo dei gruppi associativi alle decisioni del Consiglio stesso. L’attribuzione del potere disciplinare all’Alta Corte Disciplinare sottrae al Consiglio Superiore della Magistratura una funzione centrale, per trasferirla ad un tribunale speciale, previsto per la sola magistratura ordinaria, e per di più composto da membri in buona parte estratti a sorte. Dinanzi a questo progetto di riforma costituzionale sentiamo il dovere di far sentire la nostra voce.