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Sette nuove pietre d’inciampo a Siena, Nardini: “Per ricordare le vittime della Shoah serve una staffetta generazionale”

Gina Sadun Nissim, Graziella Nissim, Marcella Nissim, Ubaldo Belgrado, Gino Sadun, Adele Ayò Sadun ed Ernesta Sadun Brandes. Vittime senesi della più atroce macchina di sterminio, organizzata dalla barbarie nazifascista. I loro nomi, le loro vite, la loro storia personale sono restituiti da sette pietre d’inciampo, installate oggi pomeriggio per volere della sezione di Siena della Comunità ebraica di Firenze ed in collaborazione con il Comune. “Queste pietre rappresentano non solo un segno di memoria, di ricordo e di gratitudine nei confronti delle persone che sono state strappate alla loro città, alla loro vita e ai loro affetti, ma anche una promessa: quella che simili brutalità non abbiano mai più un futuro”, ha detto il sindaco Nicoletta Fabio. I piccoli blocchi di ottone sono stati collocati davanti alle porte delle case da dove, nella notte tra il 5 e il 6 novembre 1943, queste persone furono prelevate per essere portate nel campo di Auschwitz. Le prime pietre d’inciampo in città furono posizionate dieci anni fa, in memoria di Rav Augusto Hasdà e di sua moglie Ermelinda Segre. “Spetta a noi, e in particolare a chi rappresenta le istituzioni, far sì che la memoria venga tramandata come una sorta di staffetta generazionale – le parole dell’assessore regionale Alessandra Nardini – . Dobbiamo partire proprio dalle giovani generazioni per costruire un futuro diverso, in cui non possa mai più accadere ciò che è successo in quegli anni. Questo non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo, soprattutto in un Paese in cui, ancora oggi, assistiamo purtroppo al riemergere di pericolosi rigurgiti nazifascisti. Penso alle immagini che ci sono arrivate da Acca Larenzia”. E due blocchi sono stati posati anche a Castellina in Chianti per ricordare i coniugi Hugo Haim Lewin ed Erna Rosenbaum, internati nel 1941 nel comune chiantigiano nell’ex pensione Mariani, prima di essere deportati nell’aprile 1944 ad Auschwitz dove furono uccisi. “Ciò che ricordiamo oggi – ha aggiunto il sindaco di Castellina in Chianti, Giuseppe Stiaccini – successe con troppa facilità, scivolando nella normalità del male. Chi ha responsabilità politiche, istituzionali e scolastiche deve far capire l’importanza dei valori umani e civili per non ripetere i tragici errori del passato”.

 

marco crimi

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