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Territori al centro: da Siena l’UE rilancia le eccellenze agroalimentari con un nuovo piano d’azione

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È a Siena che la Ue decide il futuro dei suoi prodotti più identitari: la Commissione europea ha annunciato la nascita del Piano di azione 2027 sulle indicazioni geografiche, un progetto destinato a ridisegnare la tutela e la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari europee in un mercato globale sempre più competitivo. Un intervento che riguarda un patrimonio da oltre settantacinque miliardi di euro l’anno, fondato sui territori, sulle tradizioni e sulla qualità certificata.

A presentarlo è stato il commissario europeo all’Agricoltura Christophe Hansen: “Il settore rappresenta una storia di successo per l’Italia e per l’Europa. La Commissione ha riconosciuto la priorità a queste produzioni nel passato, nel presente e soprattutto vuole riconoscerla nel futuro per ottenere nuove storie di successo”. Il 2026 sarà un anno di ascolto – ha spiegato Hansen ai giornalisti – con produttori e consorzi; il 2027, l’anno del varo.

Al Forum è stato presentato anche il Libro Verde “Il futuro delle Indicazioni Geografiche”, che individua otto priorità strategiche per i prossimi anni. Il documento, consegnato al commissario Hansen insieme al Memorandum di Siena, punta a consolidare un modello agricolo e alimentare fondato sui territori e sulla loro capacità di generare valore economico e culturale.

Mauro Rosati, direttore di Qualivita, ha messo in luce le sfide globali: “Per le produzioni legate ai territori servono più accordi e più cooperazione. Negli Stati Uniti c’è la tendenza a non riconoscere i nomi protetti, promuovendo prodotti generici come parmesan o gorgonzola. Ai problemi geopolitici si aggiungono barriere doganali e ostacoli non tariffari. Dobbiamo creare mercati più aperti. E poi in Europa si conosce ancora troppo poco il logo che identifica queste produzioni. Bisogna migliorare il rapporto con la Generazione Z, che cambia stili di consumo molto velocemente”.

A completare il quadro arrivano anche le ulteriori considerazioni del commissario europeo Hansen. Al Forum ha ricordato che le produzioni certificate “rappresentano un fatturato di circa settantacinque miliardi di euro all’anno”, un valore che “supera in media del doppio il rendimento dei prodotti non certificati” e che motiva la necessità di nuove tutele nei mercati globali.

Secondo Hansen l’Europa deve anche fare di più per aumentare la visibilità di questo patrimonio: “In Italia, Spagna e Francia c’è la concentrazione più alta di produzioni certificate, ma vorremmo che fosse così anche in altri Paesi europei, per rafforzare l’intero settore”.

Un tema cruciale resta la scarsa conoscenza da parte dei cittadini: “Oggi soltanto il venticinque per cento della popolazione riconosce il logo che identifica queste produzioni. Dobbiamo aumentare la visibilità e migliorare la consapevolezza dei consumatori”.

Proprio per questo, ha spiegato, Bruxelles vuole investire di più in promozione e comunicazione: “La presidente della Commissione europea ha proposto di rafforzare il budget dedicato alla promozione, sia nell’Unione che all’estero, anche attraverso nuove iniziative sulla comunicazione alimentare europea”.

Hansen ha poi ribadito che il piano d’azione del 2027 nasce come strumento collettivo: “Quello presentato a Siena è solo il punto di partenza. Il 2026 servirà a raccogliere contributi da produttori, consorzi e istituzioni, per arrivare a un piano condiviso che migliori regolamentazione, export e capacità competitiva delle produzioni legate ai territori”.

Un percorso che prende forma proprio da Siena, con l’obiettivo – ha aggiunto – di rafforzare l’economia rurale europea e “costruire le condizioni per nuove storie di successo”.

Marco Crimi