La richiesta è netta: “Se venissero assegnate quote per ogni territorio, saremmo certamente pronti, con una programmazione che parta dai territori, ad elaborare strategie per raggiungere gli obiettivi individuando le aree più idonee”.
È il cuore dell’appello con cui 31 sindaci della provincia di Siena – sono assenti Siena, Colle Val d’Elsa, Monticiano e Piancastagnaio- chiedono al Governo di restituire ai Comuni il ruolo centrale nella pianificazione della transizione energetica, che i primi cittadini premettono di non voler ostacolare: “è un obiettivo che le amministrazioni locali non mettono in alcun modo in discussione”.
Ma viene denunciato il rischio che, senza strumenti di pianificazione, i comuni diventino spettatori di scelte imposte dall’alto e motivate più da logiche speculative che ambientali. “Privare le amministrazioni comunali di questa funzione strategica significa eliminare l’unica leva di vera contrattazione”, avvertono, ricordando casi recenti come l’eolico nelle Crete senesi o l’agrivoltaico a Sovicille.
Secondo i sindaci, lo Stato sta mostrando “scarsa fiducia nei confronti dei suoi amministratori locali”, una logica definita “istituzionalmente inaccettabile”. E nel vuoto normativo seguito allo stop del Tar del Lazio sulle aree idonee, i progetti avanzano mentre le amministrazioni vengono “relegate all’espressione di pareri non vincolanti”.
La richiesta al Governo, sostenuta da Upi Toscana e Anci Toscana e coordinata dalla Provincia di Siena, è duplice: definire regole chiare, soprattutto per l’agrivoltaico (“con criteri chiari… e la presenza dell’imprenditore agricolo”), e riaffermare il ruolo delle amministrazioni nella programmazione. “La transizione energetica non può diventare una corsa disordinata alle Fer scollegata da una reale pianificazione pubblica”, avvertono. “Senza questa integrazione, la produzione di energia rischia di trasformarsi in un far west autorizzativo dove gli interessi economici prevalgono sul bene pubblico. È proprio su questo punto che rivendichiamo con forza il ruolo dei Comuni. Per questo diciamo con chiarezza che la transizione energetica non può essere calata dall’alto né svincolata dagli equilibri sociali, economici e paesaggistici delle nostre comunità. I territori devono essere protagonisti, non spettatori”.
Il messaggio finale è una linea rossa: “I territori devono essere protagonisti, non spettatori”.