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Un anno di interventi concreti: i detenuti valorizzano Siena con il progetto “Ne vale la pena”

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Dalla bonifica delle microdiscariche al recupero di spazi comunali, dal supporto al verde pubblico fino alla valorizzazione del patrimonio librario della Biblioteca degli Intronati.

È fatto di interventi concreti, visibili e utili alla città il bilancio 2025 di “Ne vale la pena”, il progetto che ha coinvolto detenuti di Santo Spirito in attività di pubblica utilità al termine della pena.

L’iniziativa nasce da una convenzione tra il Comune, il Ministero della Giustizia e la casa circondariale di Siena ed è strutturata su base triennale. Per il 2025 erano stati fissati sei obiettivi, tutti raggiunti grazie al coinvolgimento di persone selezionate dall’istituto penitenziario, impegnate in lavori extra murari individuati dall’amministrazione comunale e approvati dalla direzione del carcere.

Nel corso dell’anno i detenuti hanno operato nei magazzini comunali di Cerchiaia, contribuendo al risanamento di alcune aree, e sono intervenuti nella bonifica di microdiscariche a San Miniato e all’Acquacalda. Hanno inoltre affiancato il servizio aree verdi del Comune, supportato Sei Toscana durante le attività di pulizia in occasione del Mercato nel Campo e collaborato alla riorganizzazione e valorizzazione di parte del patrimonio librario della Biblioteca comunale degli Intronati.

Le attività sono state coordinate dal dirigente della direzione Opere pubbliche e Pnrr, Paolo Ceccotti, con il coinvolgimento di numerosi servizi comunali.

Il progetto punta a favorire il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute attraverso il lavoro, inteso come strumento di responsabilizzazione e restituzione alla comunità. Un’impostazione che l’amministrazione comunale rivendica come scelta di valore.

‘“Ne vale la pena” mette al centro le persone e la comunità – sottolinea il sindaco di Siena, Nicoletta Fabio – e dai riscontri di questo primo anno risulta evidente come lavoro, impegno e collaborazione possano generare risultati concreti, offrendo a chi è coinvolto l’opportunità di sentirsi parte attiva della città. È un esempio di come le istituzioni possano sostenere percorsi di responsabilità, fiducia e inclusione, con benefici per tutta la comunità’.

Un aspetto evidenziato anche dall’assessora ai servizi sociali Micaela Papi: ‘Il bilancio di questo primo anno è molto positivo soprattutto per il valore umano che ha saputo esprimere. Le attività, anche quando hanno richiesto un impegno fisico importante, sono state affrontate con serietà, rispetto delle regole e grande senso di responsabilità’.

Sul significato del progetto interviene anche il garante dei detenuti del Comune, Stefano Longo: ‘È stato un percorso che ha permesso alle persone coinvolte di rimettersi in relazione con la città e con il lavoro, in un clima di fiducia e rispetto reciproco. Un’esperienza che merita continuità’.

Proprio in quest’ottica, il Comune è già al lavoro sulla progettazione dell’annualità 2026, con nuove linee di intervento da definire. L’obiettivo dichiarato è rafforzare e migliorare ulteriormente un modello che, nei fatti, ha dimostrato che il reinserimento può tradursi in un beneficio reale sia per chi partecipa sia per l’intera comunità cittadina.