Un tavolo di crisi permanente per Siena e provincia che coinvolga il prefetto, i sindaci, il capoluogo, la provincia, la regione e la Confinudstria: a chiederlo sono i segretari di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Siena Giuseppe Cesarano, Daniela Miniero e Massimo Martini insieme alle segreterie generali delle tre sigle.
Nella nota congiunta si chiede alle istituzioni locali e toscane di porre l’attenzione sulla “necessità di affrontare in modo strutturale l’emergenza industriale in atto. Il quadro che emerge è estremamente preoccupante – spiegano: il territorio senese è sempre più esposto al rischio di una progressiva desertificazione industriale e il comparto manifatturiero metalmeccanico, che per anni ha rappresentato un pilastro occupazionale ed economico fondamentale, rischia un ridimensionamento irreversibile”.
Il tavolo “dovrà avere la finalità di cooperare nell’interesse della tenuta sociale ed economica del territorio, attraverso un percorso condiviso, collaborativo e sinergico di politiche attive del lavoro, di tutela occupazionale e di rilancio del sistema produttivo”, recita il comunicato . “È indispensabile avviare un confronto serio e strutturato per il riconoscimento dell’area senese come area di crisi industriale complessa, così da poter attivare strumenti straordinari di sostegno e accompagnamento alle lavoratrici e ai lavoratori e alle imprese del territorio”.
Le segreterie dei sindacati “chiedono inoltre un monitoraggio costante e coordinato delle crisi aziendali presenti nel settore metalmeccanico di Siena e provincia ed un lavoro puntuale e condiviso sulle politiche attive del lavoro finalizzato alla salvaguardia dell’occupazione e alla riqualificazione professionale. Le crisi industriali che attraversano il territorio, diffuse e trasversali, impongono un cambio di passo immediato. Senza interventi concreti e una strategia industriale condivisa il rischio reale è quello di un ulteriore e grave impoverimento economico e sociale della provincia di Siena”.