Se le passioni non fossero qualcosa di potente e travolgente, la filosofia, a partire dalla filosofia greca, non gli avrebbe riservato lo spazio che, invece, ha loro accordato. Ora temute ora celebrate, ora accolte ora arginate, le passioni, come ci ricorda l’etimologia della parola, vengono sofferte, vengono subite dal soggetto. Cos’altro significa, infatti, “passione” se non “patire l’altro”? Per i senesi, perennemente abitati, come osservava Mario Luzi, da una “sottile follia”, la passione del Palio possiede una centralità tale da relegare, in un’ideale gerarchia, più in basso qualsiasi altro moto dell’animo. Solo un senese, di conseguenza, può capire cosa abbiano rappresentato questi due anni nei quali la vita di contrada, le Feste Titolari, le carriere, col loro prima e col loro dopo, o sono state cancellate o hanno dovuto fare i conti con le restrizioni legate alla pandemia.
Non avere veduto la terra in piazza, nella piazza più bella del mondo, è una ferita che continua e continuerà a lungo a bruciare. Né è sufficiente pensare che ci saranno in futuro altre sbandierate, altre esplosioni di mortaretto, altri colpi di zoccolo a tagliare il vento e a incidere il tufo: il senese comprende e sente (con tutto il corpo, in tutto il corpo) che qualcosa gli è stato comunque tolto. Non per sempre, ma gli è stato in ogni caso tolto, come, nel corso del Novecento, era accaduto unicamente e causa dei due conflitti mondiali. E sapere le ragioni di una privazione, fossero anche le più plausibili e ineccepibili, non ripagano del dolore della perdita. Mai. Noi senesi, tutti, dal primo all’ultimo, abbiamo perduto qualcosa di grande, di immenso. Al di fuori di questo orizzonte emotivo-sentimentale, ritengo che non si possa comprendere “Accesa Passione”, il bellissimo libro fotografico realizzato dal Comitato Amici del Palio, e che non sia possibile, in particolare, coglierne l’autentica natura, che è quella di essere una struggente e tenace testimonianza.
Di cosa? Del desiderio di Siena di ritagliare una parvenza di normalità all’interno di una situazione che, a partire dal marzo 2020, possiede i tratti dell’eccezionalità. Ecco, allora, che le istantanee che abbracciano e ripercorrono il periodo compreso tra il 1° dicembre 2020 e il 1° dicembre 2021 (Piazza del Campo deserta nei giorni di Natale, la benedizione delle stalle nel gennaio 2021, le Strade Bianche, i corsi per alfieri ei e tamburini, le Feste e le Assemblee di Contrada, il passaggio del Giro d’Italia a giugno, i concerti musicali, la Processione del cero in agosto, i cento canti per Dante), devono essere considerate (sia per la nostra Festa sia per la vita culturale della città) e come un punto di resistenza e come un punto di ripartenza. Di resistenza perché, quando si è sotto assedio, non rinunciare a fare ciò che di importante e decisivo si è abituati a fare, è già un modo per allontanare da noi la resa. Di ripartenza, perché le ripartenze che contano nella vita sono quelle che muovono dalla memoria e dalla confidenza con ciò che un giorno fu, accadde, ebbe luogo, prima che ce lo lasciassimo alle spalle. Il passo che segue è tratto dalla presentazione del volume ed è a firma di Emiliano Muzzi, Presidente del Comitato Amici del Palio.
L’idea di questa pubblicazione nasce durante i primi mesi dello scorso inverno, quando ebbi modo di farne un primo accenno alla Giunta del Comitato Amici del Palio. Avevo in mente di prendere spunto da quanto avevamo fatto insieme con il Consorzio per la Tutela del Palio con il filmato “La sospensione di un attimo” e il successivo volume della collana “Scatti in Campo”, per testimoniare ancora una volta i sentimenti che ci hanno accompagnato in un’ennesima annata anomala, resa amara dalle restrizioni. Fin da subito gli altri Amici del Palio accolsero il progetto con estremo entusiasmo, dando vita a una commissione – costituita da Gabriele Bartali, Guido Bellini curatore della parte grafica e impaginazione, Gabriele Boschi, Guido Bruni, Andrea Finetti, Cesare Guideri, Andrea Gonnelli, Francesco Romeie Giovanni Sportoletti – che si è dedicata a coordinare il lavoro necessario a realizzare una simile impresa, intesa a scandire, attraverso una rassegna di immagini, il calendario degli eventi più importanti del 2021, che hanno avuto per protagoniste non solo le Nostre Contrade, ma l’intera città di Siena. Si termina con il primo dicembre: inizio di un nuovo anno contradaiolo che deve rappresentare un punto di ripartenza e di speranza, per poter ritornare il prima possibile alla nostra quotidianità e alla nostra socialità, in nome del travolgente vincolo di ACCESA PASSIONE che, fin dalla nascita, lega ogni Senese con questa Città unica al mondo”.
AA.VV., Accesa Passione
a cura di Francesco Ricci
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